..... a proposito di contributi.
di Marilisa BombiSala gremita, tanta gente in piedi, insomma, pubblico delle grandi occasioni, stasera, giovedì 13 febbraio, nella sala convegni della Fondazione Cassa di risparmio ad ascoltare quel grande affabulatore che è Philippe Daverio. L'occasione della presenza a Gorizia di Daverio è stata data dalla presentazione della mostra delle tele di Vito Timmel che si sta svolgendo, proprio in queste settimane, nella sala di via Carducci. Ma Daverio non ha parlato di Timmel, le cui opere sono state illustrate invece dalla curatrice della mostra Franca Marri.
Daverio, che non si è sottratto alle domande del pubblico ma che, anzi, ha colto il pretesto di queste per approfondire questioni che vanno ben al di là di quella che può essere la conversazione di un critico d'arte ha parlato di Europa. La sua, infatti, è stata una lezione di diritto europeo sviluppata in senso artistico/culturale. Dimostrando quanto siamo Europa e quanto dovremmo coltivare il senso d'identità che, purtroppo, sempre più va scomparendo dalla coscienza collettiva.
Alcune considerazioni critiche Daverio le ha anche riservate alle mostre da dopolavoro che fanno la fortuna degli organizzatori e che raramente mettono in mostra la migliore produzione dell'artista presentato. Ciò in quanto i pezzi migliori non escono mai dalle protettive mura del museo che li ospita. E se lo fanno, ciò avviene per un preciso calcolo economico dell'ente proprietario dell'opera. Ma questa considerazione sui costi della cultura non può non rappresentare il pretesto per l'avvio di una riflessione complessiva sulla destinazione delle risorse che, usando il medesimo eufemismo utilizzato da Daverio non possono essere erogate a pioggia ma utilizzando l'annaffiatoio. Ovvero bagnando laddove è di volta in volta necessario. E allora, come ignorare il fatto che, viste le attuali emergenze del mondo del lavoro, alcune Fondazioni, quale ad esempio quella di Vicenza, finanziano, in accordo e sinergia con gli enti locali, progetti occupazionali?
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