venerdì 7 aprile 2017

Sulle tracce delle Aleksandrinke. Sabato 8 aprile, esplorazione nella valle del Vipacco con Il Libro delle 18.03

Alcuni suggerimenti per partecipare con un diverso mood
e una più attrezzata curiosità al piccolo viaggio proposto domani nell'ambito delle belle iniziative di primavera dedicate a viaggi nella cultura e cultura in viaggio:  dal libro Stanca morta di Elena De Vecchi, già recensito su questo blog, dal quale ricopiamo alcuni passaggi che possono servire quale baedeker, ringraziando l'autrice per il prestito ai viaggiatori. 


di Martina Luciani

L'occasione.


L'associazione "Il libro delle 18.03" con l'APT di Gorizia organizza una gita con Vesna Humar al museo delle Aleksandrinke di Prvačina e nella valle del Vipacco. Partenza con il bus alle 9.03 dal piazzale della stazione ferroviaria di Gorizia (ritrovo 15 minuti prima). Il costo sarà di 6 euro più 2 euro per l'ingresso al museo. Pranzo dal sacco e offerta libera per la degustazione di vini del pomeriggio. Maggiori informazioni qui.

Il contesto
"Era un meraviglioso sabato di aprile, nella valle del Vipacco era esplosa la primavera...La strada si snodava tranquilla in mezzo ad un verde che gli ricordava il pastello preferito del suo astuccio nuovo il primo giorno di scuola. ( pag.60).
Il versante della valle dove si traovavano, invece, era molto più articolato, punteggiato da casolati, piccoli villaggi arrampicati, prati scoscesi, campagne lavorate a pastini e frutteti. Più in alto, verso il costone carsico che separava quel pendio dalla Selva di Tarnova, si distinguevano piccoli boschi di castagni, e poi laghetti e pozze per abbeverare le bestie in mezzo alle radure che si aprivano tra le querce fitte. Se volgevano lo sguardo lontano, verso Occidente, ai loro occhi si apriva un mare di luce che altro non era che la pianura friulana...(pag.76).

Le Aleksandrinke
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" Scoprire  che una bisnonna portava un cognome tedesco, che parlava sloveno e che andò a lavorare in Egitto ci rende più aperti e sensati....le nostre donne migravano ad Alessandria...hanno salvato dalla rovina famiglie, campagne, intere fattorie....ma non avevano vita facile se ritornavano al paese...sconosciute agli stessi propri bambini che venivano affidati ad altri, quando loro partivano per andare ad accudire i figli dei ricchi....era la metropoli del Mediterraneo, con l'apertura del canale di Suez molte famiglie europee di commercianti, banchieri, armatori, assicuratori si sono trasferite laggiù..."( pag.66)
" Trieste era una città che dava di che sopravvivere, niente di più...ad Alessandria invece le nostre donne erano richieste dalle famiglie più in vista, avevano la responsabilità dell'educazione dei loro rampolli...(pag.67)
" Don Miro aveva in mente un programma di viaggi annuali in Egitto per far conoscere ai discendenti delle aleksandrinke i luoghi che le avevano viste protagoniste di un cambiamento epocale: l'iimigrazione femminile al posto di quella maschile tradizionale, pechè erano brave, erano serie, diceva il parroco, erano nostre."

Il museo di Prvačina" In mezzo alla prima stanza stava un mazzo di rose sopra un tavolo da cucina....Vjiola spiegò per quasi due ore, traducendo i documenti e le lettere, illustrando con cura ogni bacheca, ogni vecchia fotografia, mostrando gli oggetti, i gioielli e i vestiti alla moda delle diverse epoche, i guanti, i cappelli e gli ombrellini delle aleksandrinke che erano rimasti nascosti per decenni nelle soffitte delle case di campagna.  Solo da pochi anni gli abitanti della valle del Vipacco avevano capito la loro vera storia, ora eranofieri delle loro coraggiose antenate, rispolveravano antichi cimeli dai bauli e li donavano al museo. Una vetrina a parte era dedicata a una governante famosa, quella rimasta per sempre nel cuore di re Faruq....." ( pag.130)



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