sabato 8 aprile 2017

Sabato d’arte in città



Marina Legovini, stamattina alla Leg presenta i suoi nuovi lavori; mentre questo pomeriggio, da Prologo in via Ascoli, alle 18, inaugurazione della mostra di Francesco Imbimbo 


di Marilisa Bombi

“Amo i colori, tempi di un anelito” è il titolo, suggestivo, della mostra che si inaugura oggi alle 11 negli spazi della LEG di corso verdi a Gorizia. Marina Legovini sarà presente con 12 quadri ad olio e 12 acquerelli dedicati al tema del Giardino Viatori. “Sono un’artista che pratica pittura”. Si definisce così Marina l’eclettica dalle mille iniziative che trasforma in quadri le emozioni visive.
La pittura, ci racconta, al pari degli altri media, semplicemente esiste, e non ha bisogno  di chiedere permesso a nessuno per restare al mondo, come è sempre stato a partire dalle grotte di Lascaux ed Altamira. Lei dipinge per raccontare una storia. E così, abbandonato il lavoro di decoratrice pittorica ha iniziato – come lei stessa afferma - a “fare pittura”, dipingendo corpi che sembrano fluttuare in un magma uterino pacificamente avvolti in un sordo abisso che li culla. Poi, uno sguardo ammirato con la natura e l’incontro - per così dire predestinato - con Il Giardino Viatori: ovvero un mondo di bellezza, di colori, del mutar repentino della luce, di abbagli e poesia del luogo. E da ciò l’inno alla bellezza, alla natura come antidoto, come cura dell’anima.
Per questa mostra, Marina la pittrice, ha scelto come titolo la poesia “Colori” di Alda Merini , perché riassume il suo modo di fare pittura, e nello specifico, l’acquerello che prevede la stesura nel tempo di un anelito, mentre l’animo è inquieto, teso nel gesto irrisolvibile, qualora colori acqua e tempistica di esecuzione non siano coordinati. L’acquerello è umile e sovrano, un gesto cosmico nel tempo di un respiro l’opera si compie.
Dal 2016 tutte le opere pittoriche sono presenti alla Galleria LEG ANTIQUA di Gorizia.

Il destino nella mano, ovvero l’arte di camminare ad occhi chiusi su cinque dita è, invece, il titolo della mostra che si inaugura questo pomeriggio alle 18, negli spazi espositivi di Prologo in via Ascoli 8/1 e che rimarrà aperta fino a venerdì 14 aprile. La mostra delle opere di Francesco Imbimbo fa parte della rassegna “Ho  lasciato sognare una  linea, artisti in dialogo” organizzata dall’Associazione che anche quest’anno presenta un'attenta e accurata selezione di artisti con i quali, peraltro, è possibile il confronto per un approfondimento sui lavori presentati e sull’opera complessiva dell’artista.
Triestino, Imbimbo è legato al disegno da una consuetudine che risale alla prima fanciullezza, attinge da una visionarietà inquieta, temprata nel dialogo con la tradizione surrealista e simbolista, il lessico di un’autentica scrittura per immagini, imbevuta di suggestioni letterarie e filosofiche, impegnata in un confronto serrato con i temi più scottanti della contemporaneità, che da anni instancabilmente osserva attraverso la lente deformante dell’ironia. La sua aspirazione segreta è da sempre catapultarsi nel bel mezzo di un sogno – armato di matita, macchina fotografica o cinepresa – per documentare quella fuggevole, talvolta equivoca realtà che abita la mente.

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