mercoledì 22 marzo 2017

"Si scrive acqua si legge democrazia": GO POSSIBILE celebra il 22 marzo Giornata Mondiale dell'Acqua.



“Questo è il tempo dell'acqua e della responsabilità politica, perchè l'acqua è diritto umano, è sete e fame, è ambiente , è lavoro e disoccupazione, è esclusione, povertà, è guerra o pace”. Riprendendo questa affermazione tratta dal libro “Salvare l'acqua”, il Comitato  di Gorizia  di Possibile celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua e affronta la questione della gestione del servizio idrico regionale e della tutela del fiume Isonzo.  Il comunicato stampa



La Giornata, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere azioni concrete per la tutela delle risorse idriche, ci richiama a riflettere sul  diritto di accesso all'acqua e la gestione dei servizi idrici nella dimensione locale, questioni  più che mai attuali e aperte anche nella Regione Friuli Venezia Giulia.

La scelta di spostare i processi decisionali riguardanti alcuni settori strategici dalle comunità locali all'ente Regione è stata attuata dall'attuale Governo regionale non solo con la riforma delle autonomie locali (istituzione delle U.T.I.) ma anche con la legge regionale 15 aprile 2016, n. 5, con la quale ha accentrato la governance dei servizi idrici. Questa riforma, di fatto eliminando le autonome consulte d'ambito territoriali,  ha  istituito l'A.U.S.I.R., Agenzia regionale denominata "Autorità unica per i servizi idrici e i rifiuti”. La nuova Agenzia è competente a deliberare un Piano d'Ambito unico per tutta la Regione ed ha il potere di deliberare la forma di gestione dei servizi idrici fra quelle previste dall'ordinamento europeo. In questo quadro la scelta del modello di gestione è rimessa alla discrezionalità di questa nuova "super agenzia regionale" sulla base delle proprie valutazioni in ordine all'idoneità tecnica, economica e dimensionale del gestore affidatario. Se dunque l'acqua è democrazia, come crediamo, questa legge regionale non appare proprio un modello ispirato alla partecipazione e alla condivisione dei cittadini (la richiesta di referendum abrogativo nel 2016 è stata cassata dal consiglio regionale ndr), piuttosto ci sembra ben studiata per aprire la via alla gestione monopolistica  di qualche grande società multiservizi con buona pace della volontà del popolo italano espressa con il referendum del 2011.
 L'acqua "è democrazia" è un concetto di cui ci si accorge quando l'accesso ad essa è difficile, troppo oneroso se non addirittura impossibile.
Uno dei problemi che rendono eccessivamente complicata ed onerosa la fruizione dell'acqua è quello dell'inquinamento dei corpi idrici. Proprio a questo tema le Nazioni Unite dedicano la ricorrenza di quest'anno, proponendo una riflessione sul problema del waste water, ovvero dei reflui che vengono scaricati nei corsi d’acqua dagli impianti di depurazione civili e industriali. È solo il caso di ricordare che l'Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia europea perchè colpevole di non aver provveduto per molti “agglomerati” (concentrazioni abitative), alcuni anche della Regione Friuli Venezia Giulia, ad effettuare un trattamento conforme delle acque confluite nelle reti fognarie alle prescrizioni e ai tempi stabiliti dalla direttiva 91/271/CE.

Un ultimo pensiero non possiamo non rivolgerlo, in questa giornata,  al fiume Isonzo, fonte primaria, con la sua generosa ma non illimitata falda, dell'approvvigionamento idrico del nostro territorio  e di quello di Trieste, oltre che inestimabile patrimonio naturale e paesaggistico.  In particolare, riferendoci all'Isonzo, ricordiamo  che molte sono ancora le questioni aperte  sulle quali si aspettano segnali importanti da parte del Governo centrale e di quello regionale. Tra queste l'auspicata e prevista gestione transfrontaliera del fiume, la regolazione  dei limiti dell'utilizzo dell'acqua per scopi idroelettrici o di prelievo dell'acqua per scopi irrigui  (che mettono a repentaglio la sopravvivenza delle particolari specie di pesci che popolano questo corso d'acqua),  l'opportunità di continuare a rendere fruibili le sponde del fiume al transito di veicoli a motore, la sorveglianza contro il fenomeno delle discariche abusive, il monitoraggio dello stato dimensionale e di purezza della falda dell'Isonzo. Che fine ha fatto il Piano regionale di tutela delle acque (PRTA)?

“Si scrive acqua, si legge democrazia”, perchè la nostra convinzione è che la gestione dell'acqua debba rimanere pubblica, al di fuori dalle regole e delle logiche di profitto del mercato e della concorrenza, con l'auspicio e l’impegno affinchè, anche nel nostro Paese come ha fatto recentemente la Slovenia,  l'accesso a questa risorsa sia espressamente inserito nella  Costituzione e riconosciuto come un diritto umano e, quindi,  garantito a tutti.

Stefano Cosolo per GO POSSIBILE (Comitato locale di Possibile).

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