martedì 28 febbraio 2017

Gorizia perde ancora pezzi?



Da un comunicato ufficiale della Giunta regionale, riportato dall'Ansa, la preoccupazione: chiude lo stabilimento di Sant'Andrea dove vengono stampati il Piccolo ed  il Messaggero Veneto?


La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha ricevuto a Trieste i rappresentanti sindacali della stamperia Finegil di Gorizia che hanno illustrato la loro preoccupazione per l'ipotesi che nell'ambito di una riorganizzazione territoriale il Gruppo editoriale l'Espresso possa optare per la chiusura dello stabilimento isontino. Si tratta, al momento - riferisce la Giunta regionale con un comunicato - di un'idea che non trova conferme ufficiali, ma di fronte alla quale i 14 lavoratori del centro stampa goriziano non hanno ricevuto le auspicate rassicurazioni. Serracchiani - riferisce la Giunta - ha offerto il suo impegno affinché sia fatta chiarezza e, nel caso in cui l'apprensione risultasse fondata, ha assicurato di adoperarsi per una risoluzione positiva della vicenda. I rappresentanti dei lavoratori hanno spiegato che con le rotative di Finegil Gorizia, vengono prodotte circa 80mila copie al giorno del Messaggero Veneto e de Il Piccolo, dopo che nel 2010, grazie all'impegno della Regione e del Comune di Gorizia, è stato trovato un accordo per il mantenimento e rafforzamento sul territorio delle attività industriali dell'editore dei due storici quotidiani del Friuli Venezia Giulia. All'interno dello stesso accordo, inoltre, è stato deciso di provvedere alla distribuzione di circa 2.000 copie per la comunità italiana in Slovenia e Croazia. Pertanto, qualora l'unico centro stampa del Gruppo Espresso in regione venisse dismesso, si pone anche il problema del rispetto di questo impegno. Gorizia, è stato anche ricordato, ha una posizione baricentrica rispetto a Trieste e Udine, le due città di maggiore diffusione del Piccolo e del Messaggero. Il trasferimento delle rotative in una località fuori regione comporterebbe, dunque, anche dei problemi logistici e l'effettivo rischio che il trasporto e la distribuzione dei giornali possano avvenire in maniera non uniforme o ritardata.

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