giovedì 10 marzo 2016

Strumentalizzazione del disagio: per il nostro intelligence, la difesa diritti di cittadinanza, dell'ambiente, della persona è in odore "antigovernativo"

La politica  dell'informazione per la sicurezza italiana ha obiettivi descritti in modo tale da far temere che non siamo per primi noi, i cittadini, ma l'establishment governativo, politico ed economico a dover essere tutelato e garantito della propria sicurezza.  Chi si rivolta contro lo Sblocca Italia, si legge, impedisce di fatto la partecipazione democratica dei cittadini ai processi decisionali dei loro territori. O ci sfuggono le relazioni tra proposizioni e l'uso dei gerundi nella Relazione 2015 sulla "Politica dell'informazione per la sicurezza", presentato pochi giorni fa al Parlamento dalla Presidenza del Consiglio, o chiediamoci alla svelta dove stiamo andando a finire. In parte ce lo diranno i risultati delle nuove nomine ai vertici dei dipartimenti della sicurezza.


di Martina Luciani

E' un dossier poderoso, dei cui contenuti sono emersi sulla stampa essenzialmente le problematiche e gli orientamenti operativi sul  terrorismo di matrice jihadista negli orizzonti vasti dell'instabilità geo politica, sulla pressione  migratoria verso lo spazio Schengen  e relativi rischi, sulla cybercriminalità che dilaga nelle strutture economico finanziarie e mette in pericolo obiettivi nazionali di rilevanza strategica....non faccio tutto l'elenco degli impegni dei nostri servizi segreti, che "è chiamata ad una sempre maggiore integrazione nei processi decisionali" ( pag.1 dell'executive summary). E che vuole essere "un'intelligence visionaria" ( niente paura, è una parola strana, ma significa solo sguardo lungo, come si legge nelle precisazioni del concetto), transanazionale, integrata al proprio interno, ad azionariato diffuso, nel senso che lo sforzo deve essere partecipato e coinvolgere "al fianco dei valorosi professionisti dell'intelligence, quegli stessi soggetti che oggi possono rappresentare l'obiettivo di azioni ostili da parte di soggetti statuali, terroristici o criminali".

Veniamo al capitolo che comincia a pagina 77, dedicato alla strumentalizzazione del disagio,della quale pare siano maestri prevalentemente gli ambienti eversivi di matrice anarchico insurrezionalistica. Il caso Expo, le mobilitazioni anti crisi - in nome del welfare, del lavoro, dell'emergenza abitativa, dell'austerità imposta dall'UE, delle politiche migratorie etc..

Poi arriviamo al dunque, cioè ai temi che così spesso condivido in questo blog (senza peraltro aver bisogno di partecipare ad una cellula eversiva) come fondamento della partecipazione civile alla difesa dei diritti e delle libertà nella prospettiva di un mondo vivibile e giusto per tutti e ovunque.
Il TTIP: secondo la nostra intelligence "è considerato, nell’ottica  antagonista, una minaccia  al  benessere sociale  e  alla  sicurezza  dei  consumatori."
Accidenti, io la penso allo stesso modo, e insieme a me una marea di persone, in Italia e in Europa.

I migranti: il mondo pacifico e operoso del volontariato che lavora per la difesa dei diritti e in nome delle leggi vigenti sappia di trovarsi al centro di una situazione in cui i movimenti antagonisti intendono intensificare  "la  campagna di  solidarietà  ai  migranti  e  di  continuare,  nel contempo, a contrastare, sulla base di  una comune visione  antirazzista  e antifascista, l’operato delle compagini della destra  estrema  che  mirano  a  cavalcare  strumentalmente  alcune  situazioni  di  diffusa  tensione sociale in chiave anti-immigrati".
Ambiente: il documento afferma che le proteste di stampo ambientalista, strutturalmente  radicate  e  parcellizzate  nei  contesti  locali, si sono confermate di marcata valenza antigovernativa. E hanno trovato un  obiettivo unificante  di  lotta nell’opposizione al provvedimento governativo cd. Sblocca Italia (d.l. 133/2014), stigmatizzato come norma atta a favorire gli interessi  speculativi  delle  lobby  del  petrolio  e  del cemento,  impedendo  di  fatto  la  partecipazione  democratica  dei  cittadini  ai  processi decisionali che interessano i loro territori.

NO TAV ( emblema delle "lotte di resistenza popolare contro le imposizioni dello stato")e NO TRIVELLE sono presi ad esempio paradigmatico. 

E'vero, non sono citati i comitati contro la Ferriera di Trieste, il rigassificatore di Zaule, il rigassificatore e la A2A di Monfalcone, le biomasse in città di Gorizia, l'elettrodotto Terna,la TAV Portogruaro Aurisina,gli OGM in Friuli....ma si lascia intendere che accanto e in mezzo gli integerrimi cittadini si muovono frange antagoniste. Che gli stessi integerrimi cittadini , nelle situazioni di cui sopra, ci rimettano la salute  e la qualità della loro vita a causa di maneggi che travalicano la loro possibilità di intervento, non è materia di intelligence. Quanto meno non di analisi, nonostante si leggano le seguenti rassicuranti parole: " ..ha preso corpo un’intelligence in grado di operare a protezione dei diritti, oltre che dei poteri. Gli  Organismi  informativi  del  nostro Paese hanno inteso sostenere questa prova cruciale,  che  involge  la  loro  ragion  d’essere  ed  il  loro  posizionamento  istituzionale,  proseguendo  ed  approfondendo,  con un’intensità  il  più  possibile  commisurata all’evoluzione  del  contesto,  il  cammino  di trasformazione intrapreso negli anni precedenti. Ciò in un continuo processo di reinvenzione della loro fisionomia, saldamente ancorato  all’essenza  della  loro  missione, che  è,  e  rimarrà,  quella  di  trasformare  le informazioni  in  conoscenza  utile  e  tempestivamente  disponibile  per  l’assunzione  di decisioni volte a tutelare i cittadini, le famiglie, le imprese, la Nazione ed il suo profilo nello scenario internazionale."

Ultima nota: all'analisi dell'eversione anarchico insurrezionalista ( tra ortodossia e avanguardie)  sono dedicate le pagine da 80 fino a metà dell'84; da quel punto, l'analisi delle "anime della destra radicale" arriva a pagina 85.


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