sabato 27 febbraio 2016

Cara Emma con le bollette non ci freghi!



Trasparenza negata dal sistema delle scatole cinesi, ma il vaso di Pandora è stato scoperto e della questione dovrà, oggi, risponderne l’Autorità per l'energia elettrica il gas ed il sistema idrico ed il Ministro competente.

 

di Marilisa Bombi

Si parla molto, in queste settimane, a proposito di Eni, di bollette pazze, di carenza di informazione ecc. Ma ciò che nessuno ha ancora scritto, è che ciò che sta accadendo non è altro che la conseguenza delle scelte politiche - di questo decennio - compiute dagli amministratori locali, ai diversi livelli responsabili. E’ ora quindi, che la politica faccia la sua parte intervenendo nelle sedi istituzionali proprie: ovvero nei confronti del Governo e dell’Autorità preposta, perché di pantomime più o meno elettorali la gente non ne ha proprio più bisogno.

I giovani di Casa Pound a Gorizia. Tema politico prescelto, la battaglia anti bidello: raccolta firme in via Diaz.



Il Comune ha concesso il permesso al  Blocco studentesco di realizzare, davanti all’Università e al Liceo Sltaper, in via Diaz, un punto di raccolta firme. La battaglia di civismo, in questo caso, riguarda la presenza nei ranghi del personale del Polo Liceale del bidello D’Amato. 

 

 di Martina Luciani

Si, proprio il bidello al centro delle cronache tanto per il suo presunto sangue blu e relativi deliri  quanto per il suoi personali convincimenti (ed evidenti,io temo, gravi frustrazioni)  sul mondo femminile e sulle relazioni tra i sessi.
 Il Blocco Studentesco, emanazione della locale epidemia di Casa Pound, aveva già mostrato i muscoli esponendo due giorni fa uno striscione all’ingresso dello Slataper: “Tuteliamo i nostri studenti, fuori D’Amato dalla scuola”, riferito ovviamente al disgraziato alfiere di concetti discriminatori talmente patetici da essere evidentemente patologici, e come tali dunque meritevoli di attenzione medica piuttosto che mediatica.
Il volantino distribuito a Gorizia
Colpisce come nelle plaghe paludose delle dinamiche cultural-politiche dell’estrema provincia questo tipo di situazioni risvegli la sensibilità della destra fascista  sull’importanza della comunità educante, della lotta alla discriminazione sessista e della violenza che essa produce. E colpisce che tutto ciò costituisca certificato di sdoganamento per gli attivisti di Casa Pound in versione giovanile, consentendone la presenza legalmente avallata anche davanti ad una istituzione scolastica.
 Adesso, che si fa: li ignoriamo, in nome del pluralità del pensiero e dell’opinione politica, o ci attendiamo una interlocuzione politica immediata sull'iniziativa in sè, sulla sua legittimità relativamente ai diritti di D'Amato e sull'autorizzazione data dal Comune, evitando possibilmente che diventi un miserabile accanimento per guadagnare la prima fila sotto i riflettori?
Quel che temo, ancor più che l’istituzionalizzazione progressiva di casa Pound da parte del governo cittadino,  è la pochezza della consapevolezza pubblica: è molto facile ottenere una firma in questa circostanza, non servono particolari tranelli ideologici,  basta far leva su quel che resta dei buoni e deamicisiani sentimenti di mamme papa e parentela in materia di educazione e crescita culturale dei nostri figli e sulla grossolana moralità bifronte che contraddistingue gli ondivaghi giudizi dell’opinione pubblica.
Ore 8.20: apertura del banchetto del Blocco Studentesco



mercoledì 24 febbraio 2016

Commercio sotto tutela: affitto locali e costo dell'automezzo per il 50 per cento a carico della Regione



La questione delle chiusure festive dei negozi attira, o forse distrae,  l'attenzione dei consiglieri regionali in un ddl a favore del commercio e delle associazioni di categoria


di Marilisa Bombi

Dovrebbe iniziare domani, in Consiglio regionale, la pantomima che ha come soggetto gli orari di vendita nei negozi o meglio le chiusure obbligatorie. Per quanto mi riguarda, sono stata sempre contraria alla liberalizzazione degli orari e, a questo proposito, partendo da alcune interessanti considerazioni del sociologo Sabino Acquaviva, il quale amaramente osservava come il “centro commerciale sia la cattedrale simbolica di questa nuova società in cui gli individui vengono educati a diventare consumatori adatti ad un sistema economico in cui è indispensabile produrre, retribuire chi produce, affinché consumi e quindi produca” ho sviluppato, tempo fa, alcune considerazioni a proposito. Ma il tempo passa, i costumi cambiano e mutano anche i comportamenti delle persone e non si può non tenerne conto.

Bisogno di verità: solidarietà collettiva per Giulio Regeni

Utilizzare i social network come movimento di pressione: noi ci stiamo!


«Appendete striscioni, condividete le foto, per mio fratello, per Giulio Regeni, per il mondo intero». Lo scrive Irene Regeni, sorella di Giulio, sul suo profilo Facebook nel quale è postata anche una foto del balcone di casa Regeni a Fiumicello, dove campeggia in vista sulla ringhiera uno striscione con la scritta «Verità per Giulio Regeni» Il quotidiano regionale, sulle pagine on-line, dà voce a quella che dovrebbe diventare la richiesta di tutti. Anche Assostampa Fvg, dal suo sito www.assostampafvg.it, aderisce alla campagna "Verità per Giulio Regeni". La chiede Amnesty International Italia che con il quotidiano “la Repubblica” ha lanciato una nuova mobilitazione dopo le prime reazioni dell’associazionismo alla notizia della misteriosa morte del giovane ricercatore in Egitto.
«Uno striscione, una richiesta, una campagna – si legge sul sito dell’organizzazione internazionale – per non permettere che l'omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, per essere catalogato tra le tante "inchieste in corso" o, peggio, per essere collocato nel passato da una "versione ufficiale" del governo del Cairo».  Un appello subito raccolto dalla Fnsi, la Federazione della stampa nazionale che sarà anche presente, domani, giovedì, alle 14, al sit-it promosso dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili e dall'Associazione Antigone davanti all’ambasciata egiziana a Roma. Diffondere la campagna sui social media e sui mezzi d’informazione, invitando le istituzioni locali, nazionali ed internazionali a continuare ad impegnarsi per illuminare la vicenda di Giulio e arrivare a scoprire la verità su quanto gli è accaduto è dovere civico e morale. Perchè non ci si può accontentare di una verità di comodo, non si può lasciare che cali l’oscurità sulla vicenda di Giulio Regeni. «Lo dobbiamo alla sua famiglia, ai suoi amici e colleghi che da ogni parte del mondo chiedono solidarietà», afferma Amnesty Italia. Ci siamo, nel nostro piccolo, anche noi.

martedì 23 febbraio 2016

Futura presidenza dell'Erpac del FVG. Elettrotecnici, burocrati e bocconiani: no grazie. Cercasi candidato qualificato.



Ente regionale unico per il patrimonio. Neonato, e son tutti attorno alla culla a scrutare il bebè.
Chi lo prenderà in braccio, assumendosi la presidente dell’ente?

di Martina Luciani


Facciamo un ragionamento semiserio sull’identikit del futuro presidente dell’ERPAC. Questa è la grande giocata in vista, e ne vedremo delle belle, considerate le dismissioni in atto e la fame bulimica che già si annuncia con sonori gorgoglii degli stomaci che non intendono proprio arrendersi a tirare la cinghia e cambiar vita.
Come dovrebbe essere, questo futuro presidente di un ente che sarà
“strumento di regia e di valorizzazione  di tutto il territorio” e “punto di riferimento anche per  gli Enti locali e i Comuni di tutta la regione per quanto  riguarda la valorizzazione dei propri beni”.
Non troppo giovane, perché deve avere un certo numero di esperienze cultural manageriali alle spalle. Uomo o donna che sia, deve avere una formazione scolastica adeguata:  almeno una laurea in qualche modo attinente al poderoso incarico, e magari che ci sia nel curriculum l’annotazione di un buon inglese scritto e parlato (le relazioni internazionali sono molto opportune, l’ha detto anche l’assessore Torrenti).
Se si potesse certificare il retroterra culturale, un certo radicamento nella storia locale sarebbe opportuno, una cosa equilibrata, un giusto mezzo tra i cantieri navali e le malghe alpine, tra le doline e le risorgive, tra le ampiezze urbanistiche mitteleuropee affacciate sul mare e i mosaici romani, tra le linee di guerra e i confini abbattuti, tra le invasioni barbariche e i la migrazione dei richiedenti asilo;  che  sia magari assicurata anche la consapevolezza dei fasti asburgici e delle vibrazioni veneziane, dei legami  antichi con le aree danubiane e delle relazioni mediterranee, delle tradizioni variegate come un puzzle, delle specificità linguistiche, della luminosità culturale diversa che si esprime tra le valli montane e sui canali lagunari, sulle falesie di Duino o sui magredi friulani…insomma,il contesto estremamente complesso necessità di un presidente decisamente colto, profondamente sensibile alle multiformi ricchezze ( tangibili e non) del territorio regionale, capace di decisioni equilibrate tra il suo sapere, il suo convincimento professionale ed il senso dell’onore a svolgere un simile incarico ( si vabbè, questo fa tanto funzionario imperial regio, scappato fuori dalle pagine di Joseph Roth, ma non so che farci, è il mio imprinting familiare e culturale).  
Dovrebbe essere uno/una che ha seguito e compreso tanto le evoluzioni quanto le involuzioni della gestione del patrimonio culturale, e che ha uno sguardo ben aperto su quanto accade extra moenia nelle direzioni dei quattro punti cardinali e sui fermenti dell’innovazione e delle avanguardie culturali.  
Dobbiamo sapere che ha visitato  - e non nelle funzioni di taglia nastro inaugurale - mostre grandi e piccole, qui e altrove, che ha seguito iniziative ed eventi organizzati in Italia e all’estero, che ha ottime relazioni con esperti (veri), enti omologhi e istituzioni prestigiose in campo culturale.
Vorremmo avesse una libreria domestica eterogenea, con i piedi ben poggiati nel passato e molti scaffali aperti verso il futuro, vorremmo che alcuni Libri avessero evidenti segni di usura,  e che magari il nostro candidato ideale avesse pure già scritto qualcosa di utile sul ruolo che la cultura e relativa gestione hanno nell’assetto sociale e nelle prospettive di sviluppo economico di una comunità.
Insomma auspichiamo creda profondamente che le Arti e la Cultura generano, ancor prima che fatturato, conoscenza, identità,  libertà di scelta, invenzione, adattamento: bisogni primari su cui investire, come necessario per tutte le società post industriali, nella prospettiva di generare oltre che immediata ricchezza, immateriale e materiale, anche indotto accuratamente previsto e sostenuto.
Insomma, è evidente che un elettrotecnico non va bene. Non va bene nemmeno un ragioniere burocrate, nemmeno un bocconiano di questi con i pantaloni un po’ troppo corti ( sempre meglio di quelli troppo lunghi, è vero), nemmeno l’amico dell’amico,  nemmeno una stella cadente della politica  in cerca di uno spicchio di cielo dove brillare un’ultima volta.
Quanto ai componenti della “Commissione speciale espressa dal territorio con quattro esponenti goriziani, tra cui uno appartenente alla minoranza slovena, segno di arricchimento, e uno del Gect (Gruppo  europeo di cooperazione territoriale), secondo un’idea di internazionalizzazione dell’area che è fondamentale”

speriamo venga formata una lista dignitosa e qualificante di candidature, lasciando alla presidente della Regione il compito e la responsabilità di scegliere.



domenica 21 febbraio 2016

Humanity First a Gorizia: la ONG interviene con una donazione di vestiario a sostegno della prima accoglienza dei profughi.



“Come possiamo aiutare?“
Ce l’avevano chiesto i rappresentanti di Humanity First, ONG internazionale, dopo un sopralluogo, l’autunno scorso, lungo le rive dell’Isonzo e gli accampamenti dei richiedenti asilo: la situazione a Gorizia era evidentemente una di quelle che giustifica pienamente l'aiuto umanitario.

di Martina Luciani

Erano i giorni in cui si stava faticosamente organizzando il campo San Giuseppe e l’installazione dei moduli abitativi da parte di Medici Senza Frontiere. E nel lungo elenco delle necessità, il volontariato aveva indicato la donazione di indumenti e scarpe, la cui sostituzione e integrazione è sempre una delle principali priorità nelle attività di accoglienza di base, visto che il lunghissimo e disagiato viaggio, gli incidenti lungo il percorso, e gli “ speciali trattamenti” spesso subiti nei casi di trattenimento in altri paesi della rotta balcanica riducono il bagaglio al minimo,  molte volte letteralmente a niente oltre ai panni indossati.
La sede di Humanity First di Francoforte ha risposto: tra gli impegni derivanti dall’aver attivato un campo profughi in Siria e uno in Yemen e dall’aver inviato anche un team di tecnici per realizzare un progetto di ricostruzione in aree devastate dalla guerra, ha organizzato l’acquisto e l’invio di materiale a Gorizia.
Il furgone è giunto ieri,  consegnando a Caritas e a Betlem, con l’aiuto di volontari di Humanity First ( un ingegnere informatico e alcuni studenti universitari  di origine pakistana  che da moltissimi anni vivono, lavorano e studiano a Trento)  una considerevole quantità di abiti e scarpe.
Questo importante contributo migliorerà significativamente la distribuzione di vestiario da parte dei volontari che affiancano l’attività di Medici Senza Frontiere: una responsabilità che Betlem onlus si è assunta fin dall’apertura del campo San Giuseppe, consentendo in questo modo a MSF di occuparsi esclusivamente della consegna del kit igienico alle persone accolte e assistite. E che si estende anche ai richiedenti asilo che trovano rifugio nel dormitorio Faidutti e nella parrocchia della Madonnina.
Nelle foto, le operazioni di scarico della donazione di Humanity First.

mercoledì 17 febbraio 2016

Opere pubbliche a Gorizia: che fine ha fatto la prevista strada di accesso all'ospedale?

La mancata pubblicazione on-line sul sito del Comune di Gorizia del programma triennale delle opere pubbliche rende impossibile sapere se i lavori inizieranno, o meno, a breve.


di Marilisa Bombi



“È confermato: i lavori per la trasformazione in autostrada del raccordo Gorizia-Villesse si inizieranno nei primi mesi del 2008 e saranno ultimati in 3 anni. Lo ha ribadito l'assessore regionale alla Viabilità, Lodovico Sonego, al presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, nel corso di un incontro avvenuto a Trieste durante il quale sono stati affrontati temi di grande valenza per lo sviluppo del territorio isontino. Oltre che del raccordo si è infatti parlato anche della 56 bis, della bretella autostradale Ronchi – Grado, del tratto di statale da Mariano e Villanova, della strada d'ingresso al nuovo ospedale di Gorizia e del centro commerciale di Villesse.” Questo l’incipit  dell’articolo  pubblicato su un quotidiano locale 10 anni fa che, tra le altre cose, annunciava anche che: “L'ospedale avrà la strada. Il presidente Gherghetta ha ricevuto nuove assicurazioni da parte dell'assessore Sonego in merito alla viabilità d'accesso al nuovo 'Civile" di Gorizia, ovvero l'ex San Giovanni di Dio di via Fatebenefratelli, per la quale la Regione stanzierà, nel 2007, un finanziamento di 1 milione e mezzo di euro che sarà erogato al Comune di Gorizia che dovrà effettuare la progettazione.”