venerdì 29 gennaio 2016

Riforma dello Statuto del Friuli Venezia Giulia: il PD regionale sa di cosa parla?

In vista del nuovo Statuto del Friuli Venezia Giulia. Pare che luccichi oro, ma forse è solo ottone.


di Martina Luciani


 

In queste ore si stanno presentando alla Camera, dopo il passaggio al Senato, gli emendamenti al testo di riforma della  legge costituzionale n. 1 del 1963  che definisce lo Statuto speciale del FVG.
Esce con una nota la segretaria regionale del Pd Fvg Antonella Grim : "Le Province vanno superate e la riforma dello Statuto di Autonomia del Fvg deve andare avanti: la politica dell’eterno rinvio non ci appartiene”. Tempo fa, avevamo letto un comunicato dell'Ansa in cui si spiegava che la Commissione Affari Costituzionali al Senato aveva approvato a larga maggioranza (con i voti di M5S e
Lega) la modifica alla Legge Costituzionale di riforma dello Statuto di autonomia del Friuli Venezia Giulia, che "cancella" ogni riferimento alle Province ed introduce, invece, nello statuto regionale il nuovo ente locale della  "Città Metropolitana".
Se leggiamo il testo su cui sono proposti gli emendamenti dei deputati, scopriamo che all'art.1 a rappresentazione territoriale della Regione avviene sulla base delle "attuali province di Gorizia, di Udine, di Pordenone e di Trieste", ritenendo evidentemente irrilevante il fatto che tutti i parametri esistenti "saltano" in conseguenza dell'abolizione delle province. Ma, evidentemente, nessuno ha riflettuto sul fatto che sarebbe stato utile trovare altri elementi per la definizione territoriale, dal momento in cui il "parametro provincia" viene definitivamente affossato. Gli altri riferimenti sono stati eliminati. In particolare quello contenuto nell'art. 4, che prevede per ora che la Regione eserciti normalmente le sue funzioni amministrative delegandole alle Province ed ai Comuni, ai loro consorzi ed agli altri enti locali: il testo di riforma stabilisce che tali funzioni siano esercitate dai Comuni, dalle Citta metropolitane e dalle unioni di Comuni. Richiama a questo proposito i principi di adeguatezza e diffrenziazione: come si fa senza le Province, o enti di area vasta, a realizzare l’adeguatezza intesa come efficienza ed efficacia della distribuzione territoriale della titolarità della
funzione in quanto strumentale alla migliore soddisfazione degli interessi delle persone che ne sono destinatarie)? O  la differenziazione che serve ad individuare  la titolarità della funzione in quanto destinata a rispondere ad esigenze e bisogni disomogenei di realtà territoriali  diverse?
E ancora, come fa notare il presidente della provincia di Udine Pietro Fontanini, “La soppressione delle Province in Friuli Venezia Giulia non può avvenire senza che prima ne sia stata decisa la decostituzionalizzazione: lo Statuto di autonomia non può disporre in difformità rispetto alla Costituzione vigente che prevede, tra gli enti locali con funzione amministrativa, le Province. Enti peraltro riconfermati anche se con procedimenti elettivi diversi e una nuova attribuzione di funzioni di area vasta, nella legge nazionale di riforma n. 56/2014 e disciplinati anche per le regioni a statuto speciale”.
 Non importa. Secondo Grim “non è il momento di prendere tempo e tentennare. Chi crede che, ostacolando le riforme, si possa frenare il lavoro del Governo o della Regione, sbaglia. Attendere l’iter della riforma costituzionale e il voto referendario, bloccando quello della riforma dello Statuto regionale, sarebbe un errore. Andare avanti convintamente e in tempi il più possibile rapidi – conclude Grim – è un impegno che ci siamo assunti con i cittadini e che dobbiamo portare avanti”. Letta così sembrerebbe davvero una modifica sostanziale allo Statuto regionale. Invece, come risulta ben chiaro dal documento predisposto dall'ufficio studi della Camera, per una migliore comprensione delle novità, si può certo dire che la montagna è in pieno travaglio ma alla fine partorirà un topolino.

martedì 26 gennaio 2016

Incidente sulla Gorizia Villesse: camion in fiamme, autostrada chiusa.

Incidente nel tardo pomeriggio sull'autostrada Gorizia Villesse. Agli automobilisti in transito è apparsa la scena impressionante, più o meno all'altezza della Fantoni, di un autotreno,che procedeva verso Gorizia, ribaltato sul fianco destro e incendiato.

Autostrada chiusa. Coda chilometrica dietro il mezzo incendiato.Immediato l'intervento dei vigili del fuoco.

foto di Giammarco Samuele e Riccardo Usai


Giornata della memoria: iniziative a Gorizia e online



Narrativa di qualità alla libreria Voltapagina e un film da non perdere in streaming (gratuito) per non dimenticare


Per chi non avesse ancora chiaro di che cosa si stia parlando, nonostante il tam tam dei media in questi ultimi giorni, domani mercoledì 27 gennaio,  ricorre il Giorno della Memoria. Ricorrenza internazionale celebrata ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell'Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l'Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'Olocausto. Si stabilì di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nella grande offensiva oltre la Vistola in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

domenica 24 gennaio 2016

Evento della memoria, Risiera di San Sabba: parla un richiedente asilo, in fuga dal Pakistan.

I giovani delle quattro Diocesi del Friuli Venezia Giulia si sono riuniti questo pomeriggio alla Risiera di Sabba per un pomeriggio di riflessione, di conoscenza, di preghiera. In mezzo a loro Abdul, il maestro pakistano sfuggito alla morte in seguito agli attentati dei talebani alla sua scuola e alla sua casa, oggi richiedente asilo alla Commissione territoriale di Gorizia: un breve e doloroso intervento, davanti al Vescovo di Trieste mons.Giampaolo Crepaldi e a circa 500 persone provenienti da tutta la regione, nel cortile interno della Risiera.


di Martina Luciani

Perchè si è voluta e cercata una testimonianza di un profugo per l'Evento della memoria organizzato dalle diocesi delle quattro province regionali? Sta scritto sulle informazioni disponibili on line: "Il nazismo, al pari di tutti i regimi totalitari, è stato una piaga che ha minato le libertà delle popolazioni europee e non solo. Ancora oggi, nel mondo, vi sono popoli e genti oppressi e perseguitati per il loro credo, per la loro etnia, per la loro appartenenza. Visitare un lager come la Risiera di San Sabba, quindi, significa conoscere il male, la guerra, la persecuzione di ieri... e di oggi. Significa ricordare, significa pregare."
La proposta di portare una testimonianza che creasse questo arco temporale è stata fatta ad Abdul, il maestro pakistano - a Gorizia da quasi due mesi - che si è messo a disposizione dei volontari che operano nell'ambito di Caritas, diventando anche socio della  Betlem, la Onlus che si è affiancata in questo periodo a Medici Senza Frontiere per supportare le attività del campo al San Giuseppe.
Abdul, che è persona pacatissima e dotata di quell'amabile autorevolezza dei maestri di autentica vocazione, ha accettato. Questo pomeriggio a Trieste, era molto emozionato, nonostante avesse accanto, ben stretti al suo fianco, un gruppo di amici.
Dopo aver visitato la Risiera e aver elaborato quanto poco tempo sia trascorso da quando anche le nostre terre furono travolte dalle tempeste dell'orrore e della morte, si è trovato improvvisamente di fronte al  Vescovo di Trieste, che gli ha stretto calorosamente la mano; poi, al microfono collocato al centro dell'impronta del forno crematorio, si è rivolto alla folla di giovani assiepata nell'impressionante cortile,  con la traduzione ( e la rassicurante presenza) di don Nicola Ban, parroco di San Giusto e componente dell'equipe Pastorale giovanile dell'Arcidiocesi di Gorizia.
" It's extremely painful to address that many families were killed, many innocents people were killed by terrorists groups, and their houses were destroyed....." 

giovedì 21 gennaio 2016

Gorizia è tua: basta ambiguità sulla Fondazione



Il Gruppo consigliare di "Gorizia è tua" fa sua la proposta di risolvere l'annosa questione sulla natura della Fondazione Coronini: sia inviato specifico quesito alla Corte dei Conti.


Questo il testo della interrogazione inviata al Sindaco di Gorizia che, com'è noto, in qualità di sindaco pro tempore del Comune di Gorizia presiede il curatorio della Fondazione Coronini.
Dopo:
- aver preso visione delle richieste della Corte dei Conti Procura regionale del 20 ottobre 2015, e della sua relazione  in risposta  del 2 dicembre 2015;
- aver avuto modo di leggere, nelle scorse settimane, sul Blog cittadino Piazza Traunik, la volontà dello stesso, di formalizzare la richiesta perché il Comune risolva, una volta per tutte, il problema delle questioni connesse alla configurazione o meno della Fondazione Coronini quale organismo di diritto pubblico in base ai criteri enunciati dalla disciplina di riferimento (art. 3, comma 26, del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163);
- considerato che in questi ultimi mesi, sempre a proposito della Fondazione Coronini, si è parlato molto di trasparenza. Ebbene, ciò che pare un paradosso è che il direttore della Fondazione Coronini non si sia, di per sé, preso la briga di approfondire la questione. Se lo avesse fatto, avrebbe facilmente appreso che la normativa in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza si applica anche alle fondazioni che rientrano nella categoria degli enti di diritto privato in controllo pubblico, in considerazione anche di quanto precisato dal Piano nazionale anticorruzione. Ciò risulta chiarito dalle FAQ dell’Autorità nazionale anticorruzione, nel sito istituzionale dell’Autorità stessa.

lunedì 18 gennaio 2016

Film libri e musica: il piacere di condividere le emozioni



Difficile trattenersi dal desiderio di voler condividere le letture predilette, sopratutto quando le stesse raramente sono già presenti nelle biblioteche di amici e conoscenti.


di Marilisa Bombi

Strana cosa quella di consigliare libri……. Ciascuno ha i suoi gusti e sceglie di conseguenza ciò che rientra nei suoi interessi o le opere dell’autore preferito. Anche se, per quanto mi riguarda, ed in tutta sincerità, i libri che di più mi hanno appassionato sono stati scelti d’istinto: ovvero sono stati loro a scegliere me, sentendomi talmente attratta da non poter sottrarmi al loro acquisto. Si tratta di Bomarzo e le vie dei canti di Bruce Cathwin. Bomarzo, di Manuel Mujica Lainez , 600 pagine o giù di lì, è uno di quei libri che se regali a qualcuno non dovrai mai chiedere se gli è piaciuto. Ciò in quanto, con grande probabilità, non è riuscito a superare le prime 100 pagine. Eppure, per chi riesce a farsi catturare, come è stato per me, rimane uno dei più bei libri mai letti. Romanzo storico, narra la storia di Vicino Orsini, uomo del Rinascimento, il quale volle la realizzazione del Parco dei Mostri,   visitabile ancora oggi, senza particolari difficoltà, perchè in prossimità dell'uscita dell'autostrada poco prima prima di arrivare al GRA di Roma.

domenica 17 gennaio 2016

Basta contante! Da luglio cappuccino e brioche si paga con il bancomat


Novità in materia di pagamenti elettronici. La soglia scende da 30 a 5 euro. Prevista l’introduzione di sanzioni per i commercianti che non si adeguano.


di Claudio Venturi

Abolizione della soglia dei 30 euro sotto la quale commercianti e professionisti potevano rifiutarsi di accettare pagamenti tramite POS, taglio delle commissioni sulle transazioni sotto 5 euro e previsione di sanzioni per chi non accetta i pagamenti elettronici. Dal 1° luglio 2016 i pagamenti elettronici si applicheranno anche per il pagamento delle somme da riscuotere mediante i dispositivi di controllo di durata della sosta.
Sono queste le novità introdotte dalla L. n. 208/2015 (Legge di stabilità 2016), ai commi 900 e 901, in materia di pagamenti elettronici.

martedì 12 gennaio 2016

Benandanti: venerdì a Udine occasione di dotto approfondimento, oltre le recenti mode editoriali.

Se ne parla sempre più spesso, dei benandanti.Non di rado arruffando tra loro verità documentale e fantasia. Del resto è argomento fascinoso, fonte di ramificate implicazioni culturali e radicato nella storia locale, consapevole e non. A Udine, nell'ambito del ciclo Eresie, iniziativa su " A 50 anni da I benandanti, a 40 da Il formaggio e i vermi di Carlo Ginzburg. Il contributo del circolo culturale Menocchio alla ricerca su inquisitori e inquisiti”. La sede è lo sconsacrato Oratorio del Crocefisso, antica sede dell'Inquisizionale aquileiese.

 


Venerdì 15 gennaio, alle 17.30, a Udine, presso l’Oratorio del Crocifisso, in Largo Ospedale Vecchio 10/2, sede della Civica Accademia d’Arte drammatica Nico Pepe, si terrà il quinto incontro del ciclo “Eresie”, iniziativa a sostegno del circolo culturale Menocchio, di Montereale Valcellina, dal titolo: “A 50 anni da I benandanti, a 40 da Il formaggio e i vermi di Carlo Ginzburg. Il contributo del circolo culturale Menocchio alla ricerca su inquisitori e inquisiti”.’
L'evento avrà significativamente luogo nell’oratorio (ora sconsacrato e sede dell’Accademia teatrale Nico Pepe) in cui aveva sede l’Inquisizione del Patriarcato d’Aquileia: avviene a 50 e 40 anni dall’edizione delle due innovative monografie di Carlo Ginzburg – I benandanti del 1966 e Il formaggio e i vermi del 1976 – che hanno inciso in maniera profonda non soltanto in ambito storiografico, ma anche sulla percezione che il Friuli ha oggi di sé.

sabato 9 gennaio 2016

Giornalismo a Gorizia. A volte la penna non riesce a celare prevenzione ed ostilità.

Un quotidiano locale ci ha offerto ieri una perla di giornalismo: la sintesi dell’inchiesta e dell’opinionismo di alta levatura culturale e politica. Troppo elevata per il mio punto di osservazione raso terra, da malmostosa blogger dell'oscura provincia e incompetente portatrice di richieste di verità e obiettività.


di Martina Luciani



La notizia è quella del trasferimento di cento richiedenti asilo da Gorizia ad altre sedi di accoglienza: con il conforto di sapere che tutte le pratiche sono trasferite nelle prefetture di destinazione e quindi ( siamo salvi!) questi profughi non dovranno più ritornare a Gorizia, come invece è accaduto nel passato ( bel passo avanti!). Poi citazione della dichiarazione del sindaco. Beh, lui è contento, auspica che queste operazioni si possano fare ogni settimana, così che a Gorizia restino solo i 150 profughi accolti al centro Caritas.

Non è un centro Caritas. Con il cosiddetto Nazareno, struttura oggetto di convenzione tra Prefettura e un ente gestore,  la Caritas non c’entra nulla. Ma son bazzecole; altri sono gli elementi  utili “a garantire l’informazione più puntuale su questo delicato argomento”, compito cui aspira ogni bravo giornalista.

Come ad esempio il fatto che al campo San Giuseppe, alla cancellata che da sempre consente l’accesso da via Grabrizio e che non si capisce in che modo possa somigliare al portone militarizzato del Cara, c’è un mediatore culturale: ed è uno straniero. Cioè uno come la badante polacca della nonna, l’autista serbo del TIR, la colf filippina,  la conduttrice televisiva svedese,  il politologo rumeno, il cantante israeliano.

Nel caso specifico, uno che parla come minimo inglese, pastho, urdu,  probabilmente anche farsi, magari anche qualche parola di curdo, e pure si arrangia con l’italiano.

giovedì 7 gennaio 2016

Ma quanto ci costa la TV di Stato!

E' di 252 pagine il bilancio della Rai dello scorso anno e quindi si dovrebbe presuppore la totale trasparenza. Ma dalla lettura della composizione del Consiglio di amministrazione, ciò che emerge è la lottizzazione degna del più rigoroso manuale Cencelli.



di Marilisa Bombi

Quest’anno scatta la rivoluzione del canone Rai, che non viene abolito, ma solo abbassato di qualche euro. La novità è che si pagherà in bolletta. Con la conseguenza che diventerà praticamente impossibile non pagarlo. L’importo è di 100 euro tondi tondi.
Il canone televisivo è un tributo richiesto per finanziare la radiodiffusione pubblica nei vari paesi, permettendo così la trasmissione di programmi con poca o nessuna pubblicità.
E questo è anche ovvio. Peccato non sia così in Italia perchè nelle reti Rai, mi dicono, la pubblicità ha la stessa insistenza delle tv commerciali. Io non guardo le reti Rai perché non c’è quasi nessuno, ripeto nessun programma che susciti il mio interesse. Le serie che mi interessano le guardo, in streaming, in lingua originale. I film su Infinity o Mymovies. Insomma, non guardo più la tv di Stato. Guardavo Blob (unico programma di satira e non guardo nemmeno i TG pubblici. Guardo, invece, la CNN.
Tra i Paesi che hanno abolito il canone/imposta ci sono Paesi Bassi, Ungheria, Bulgaria, Spagna, Belgio fiammingo, Lussemburgo, Lituania, Lettonia, Polonia, Estonia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Russia e Turchia. Si paga invece il canone, ma non c'è pubblicità commerciale, in Francia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia.

Sembra che vari movimenti di opinione si stiano attivando per far eliminare questa gabella, attraverso la sottoscrizione di petizioni. Che – a me pare – lascino in questo caso il tempo che trovano per due ordini di motivi. Il primo è che ogni Governo ha utilizzato la Tv di Stato per farsi propaganda gratuita e non vedo pertanto perché dovrebbero farlo Renzi & C. che hanno, anzi, avuto la felice idea di trovare questa soluzione anti-evasione. La seconda è che la Tv come mezzo di informazione è del tutto inutile perché oggi la comunicazione viaggia su altri percorsi, ovvero su altre reti. Ma ci sono ancora un paio di generazioni (compresa la mia) che più per abitudine che per scelta, continuano ad utilizzare il telecomando limitatamente ai primi numeri.
L’unica speranza insomma, perché sia posto fine a questo sperpero di denaro pubblico (solo in parre finanziato dal canone) è quello di cessione delle reti ai privati. E questo, anzi, dovrebbe essere un obbligo vista l’attuale contingenza negativa ed il fatto che la Tv di Stato non assolve più allo scopo per la quale era nata.



A proposito del balzello ecco quanto spiega l’Unione Nazionale Consumatori
1) Il pagamento del canone Rai  avviene mediante addebito nella fattura per i titolari di utenza di fornitura di energia elettrica.
2) Il canone deve pagarlo chiunque detiene un apparecchio atto od adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive. Fin qui nessun cambiamento. La novità, pessima, è che si presume la detenzione dell’apparecchio nel caso in cui esiste “un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la sua residenza anagrafica”.
Se non è vero, per superare questa presunzione, si deve presentare un’autocertificazione all’Agenzia delle entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio territoriale di Torino I – Sportello S.A.T. La dichiarazione “ha validità per l’anno in cui è stata presentata“. Ossia, ahimè, va ripresentata ogni anno!!!
3) Non fate autocertificazioni anticipate, ossia prima che vi arrivi la richiesta indebita del pagamento del canone Rai. La dichiarazione di non detenere apparecchi, infatti, deve essere resa nelle forme previste dalla legge, con modalità da definirsi con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate. Si spera che, con la bolletta, sia anche allegato un modellino apposito per l’autocertificazione che eviti al consumatore dichiarazioni incomplete. In ogni caso dovete aspettare, senza mettere le mani avanti, anche perché difficilmente la vostra letterina sortirebbe gli effetti desiderati, vista la mole di banche dati che già dovranno incrociare.
Si ricorda, inoltre, che ci si espone a responsabilità penali nel caso di dichiarazioni false (la dichiarazione è rilasciata ai sensi del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, che, all’art. 76, prevede che “chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico e’ punito ai sensi del codice penale…”.
4) Mandate la disdetta in tempo utile. Non dovete anticipare l’autocertificazione. Dovete invece comunicare, questo si, le variazioni intervenute che eravate obbligati a trasmettere anche in passato, come il cambio dell’indirizzo di residenza. In particolare:
Se avete ceduto a terzi tutti gli apparecchi televisivi in vostro possesso dovete inviare la disdetta, dando esatta comunicazione delle generalità e indirizzo del nuovo possessore.
Se non avete più alcun televisore dovete inviare la disdetta, fornendo adeguata documentazione. Se lo avete portato in discarica, ad esempio, è bene allegare la ricevuta di rottamazione che vi hanno rilasciato. Nel caso di furto, la denuncia.
In caso di morte del titolare, l’erede già abbonato deve richiedere l’annullamento dell’abbonamento intestato al defunto comunicando la data ed il luogo di decesso dell’intestatario. Se, invece, l’erede non è abbonato, può richiedere l’intestazione dell’abbonamento a proprio nome.
Importante: la disdetta andava fatta entro il 31 dicembre 2015, per poter essere dispensati dal pagamento del canone dal 1° gennaio del 2016.
5) Importo. Per l’anno 2016, poi si vedrà, il canone annuo ordinario è stato ridotto a 100 euro, dai 113,50 del 2015. L’importo del canone sarà indicato nella fattura con una distinta voce, ma il rischio che il consumatore non se ne accorga è elevato, specie perché l’importo sarà suddiviso in dieci rate mensili, da gennaio ad ottobre (con l’eccezione del 2016, cfr. la voce scadenza).
6) Scadenza. Limitatamente al 2016, il primo addebito del canone avverrà nella prima fattura elettrica successiva al 1° luglio 2016 e comprenderà le rate già scadute, ossia da gennaio a luglio.
7) Suggellamento. Non è più possibile chiedere il suggellamento del televisore. Non che fosse una pratica diffusa, considerato che avrebbero dovuto venire in casa vostra e mettere la tv in un sacco, ma la legge di stabilità ha eliminato questa possibilità.
8) Esenzione. Una buona notizia! Il limite di reddito per il diritto all’esenzione dal pagamento del canone Rai a favore dei soggetti di età pari o superiore a 75 anni, previsto dall’articolo 1, comma 132, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, è stato elevato a 8.000 euro annui (era 6.713,98 euro). Sempre poco, ma meglio di prima.
9) Seconde case e tv. Nessuna novità. Se avete una seconda abitazione dove vi è un televisore, non dovete pagare un secondo abbonamento. Idem se avete più televisori. Il canone è dovuto una sola volta per tutti gli apparecchi detenuti “nei luoghi adibiti a propria residenza o dimora, dallo stesso soggetto e dai soggetti appartenenti alla stessa famiglia anagrafica“.
10) Contattate l’UNC. In caso di dubbi o richieste di assistenza, è possibile contattare lo sportello. Ogni info è disponibile on line http://www.consumatori.it/

martedì 5 gennaio 2016

Gorizia. Betlem Onlus con i suoi volontari a supporto del campo San Giuseppe di Medici Senza Frontiere




Il volontariato ha garantito il supporto a Medici Senza Frontiere nella gestione del campo  d’emergenza San Giuseppe per la prima accoglienza dei richiedenti asilo. Riuscita collaborazione con Croce Verde di Gorizia. Una nota del presidente dell'associazione di Gorizia Betlem onlus, Francesco Spazzali.


L’associazione goriziana Betlem onlus ha partecipato quotidianamente alle fasi di prima attivazione del campo San Giuseppe di Medici Senza Frontiere, in piena sintonia con la previsione statutaria relativa alla promozione e gestione di servizi d’accoglienza, assistenza e integrazione sociale per richiedenti asilo bisognosi di protezione umanitaria.
“ Ringrazio i volontari di Betlem che si sono impegnati  a definire e a realizzare, a partire dal 22 dicembre scorso,  un sistema operativo di supporto a MSF – dichiara il presidente di Betlem Francesco Spazzali – e che continueranno  a collaborare e coordinarsi nella gestione delle necessità della prima accoglienza, dalla registrazione dei richiedenti asilo alla fornitura di materiali di prima utilità,  a partire dalle coperte, asciugamani e indumenti messi a disposizione da Caritas.”
“ E’ stato utilissimo – prosegue Spazzali – anche il supporto fornito da Croce Verde, con i suoi volontari e i suoi mezzi, a dimostrazione della diffusa sensibilità attorno al problema dei profughi presenti in città e privi di una convenzione che assicuri loro un trattamento umano e dignitoso. ”
  Il considerevole impegno del volontariato e l’ampiezza della catena di solidarietà,  attraverso l’azione di altre associazioni e gruppi, non possono  tuttavia far dimenticare che i soggetti incaricati di realizzare la protezione umanitaria secondo le norme vigenti sono istituzionali e pubblici: supportare non significa sostituirsi. Ora che 96 persone sono state accolte al campo di Medici Senza Frontiere, senza impegnare un centesimo di risorse pubbliche, attendiamo con urgenza la piena attivazione delle competenze e dei ruoli degli Enti che detengono la responsabilità delle richieste d’asilo. E auspichiamo che il meccanismo dei trasferimenti delle persone accolte  in altri siti regionali e italiani consenta di esplicare pienamente, attraverso il turn over dei richiedenti asilo inseriti,  la funzione emergenziale della struttura del San Giuseppe.”