lunedì 30 novembre 2015

Aggiornata la Carta di Roma! Ecco come si scrive una notizia



Un mondo che cambia ha bisogno di regole, soprattutto per chi fa informazione


di Marilisa Bombi

Era il 1967 ed i Rokes cantavano: Il mondo ormai sta cambiando e cambierà di più, Ma non vedete nel cielo quelle macchie di azzurro e di blu. È la pioggia che va, e ritorna il sereno.
Cercando di evitare di cadere nel catastrofismo delle profezie, anche se quella degli indiani Hope personalmente mi piace molto, c’è un dato di fatto di cui tutti dovrebbero prendere coscienza ed è quello che, parafrasando i Rokes cinquant’anni dopo, il mondo è cambiato. E’ ben ne sono consapevoli i giornalisti e tutti coloro i quali, in questi mesi, responsabili della comunicazione, ci aggiornano, nel bene e nel male, sulla trasformazione epocale in corso, conseguente all'inarrestabile immigrazione.
Non so quanti siano a conoscenza che gli addetti alla comunicazione, giornalisti in primis, nel fornire la notizia sono tenuti a rispettare un codice deontologico. Riguardo all’argomento di maggior attualità, nei giorni scorsi è stata aggiornata la Carta di Roma, nome con cui è noto il Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti.
Il documento era stato redatto congiuntamente da FNSI (il sindacato dei giornalisti) e dal Consiglio Nazione dell'Ordine dei giornalisti tra aprile e giugno 2008 e fa parte del bagaglio di strumenti di lavoro del giornalismo italiano. La Carta si fonda sul riferimento al criterio enunciato nell'articolo 2 della legge istitutiva dell'Ordine: il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati. All’aggiornamento, frutto di un lavoro collettivo ha partecipato anche Medici Senza Frontiere che ha curato un  focus  sugli allarmismi sanitari che hanno caratterizzato le cronache degli arrivi e dell’accoglienza negli ultimi anni.
Il consiglio di leggerlo, anche per chi giornalista non è, consente di avere una visione chiara su chi cerca di strumentalizzare i fatti, nel dare la notizia, per distinguerli da coloro che, eticamente corretto, rispetta il codice deontologico. E, di questi tempi, non è poco.

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