lunedì 12 ottobre 2015

Piazza Transalpina ed il confine fisico non rimosso



Scelte o non scelte. C'è un certo immobilismo nel Palazzo: paura di fare o paura di disfare?


di Marilisa Bombi

Argomentavo, otto anni fa, proprio quando la Slovenia entrava nello spazio di Schengen, circa il fatto che i confini più difficili da smantellare sono quelli mentali. E che a volte la barriera può essere talmente grande da rendere impossibile superarla. E’ quello che succede a Gorizia, dove quella solidarietà che auspicavo stenta ancora a manifestarsi e che, invece, ci ha portato agli (dis)onori della cronaca nazionale in quel commento che, a firma Aldo Cazzullo, sul Corriere della sera, proprio non mi ci ritrovo.
Perché penso a mio nonno Francesco, emigrato in Cile quando mio padre non aveva ancora quattro anni, penso a Sacco e Vanzetti inchiodati da un marchio d’infamia per il solo fatto di essere italiani. Penso ai tanti lombardi che ancora oggi superano la frontiera svizzera per andare a lavorare. Penso a questa umanità in perenne movimento per carestie, guerre, cataclismi.
Ma limitandomi a parlare di confini, di rapporti tra le due città, di scambi, interscambi, GECT ecc. mi chiedo, o meglio ancora non ci si può non chiedere come sia possibile che mentre la vicina Slovenia ha rimosso segni, simboli e manufatti del confine fisico, che c'era e non c'è più, pensando anche -  laddove possibile - ad una loro valorizzazione a fini turistici, in Italia si è fatto, di concreto, di tangibile, poco o niente. Ed in quel “niente”  ci sta anche la mancata rimozione delle fioriere che, in piazza della Transalpina, bloccano la circolazione. Una via Caprin, insomma, stoppata da barriere in cemento che se rappresentavano un obbligo prima dell’entrata della Slovenia nello spazio di Schengen oggi non hanno più alcun senso. E quindi l’interrogativo che ci si deve porre è questo: nessuno ha pensato o dato disposizioni per la loro rimozione o la scelta di consentire il passaggio solo pedonale è strategica perché venga mantenuto vivo il ricordo della cortina di ferro che per di lì passava?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Subito dopo le fioriere, che comunque permettono il passaggio, in territorio sloveno c'è una bella strada che porta ad una sorta di centro logistico, dove sfrecciano le auto, creando un evidente pericolo. Forse questa volta l'ostacolo (che non è poi così ideologico come sembra) è meglio non rimuoverlo finché non si sistema la viabilità anche dall'altra parte.