lunedì 7 settembre 2015

Tominz e il suo ritratto di Dubbane, ricco possidente triestino figlio di genitori siriani.

www.museorevoltella.it

Presentazione, a Palazzo Coronini, il 9 settembre, di un dipinto inedito di Giuseppe Tominz, in esposizione fino al 4 ottobre nell'ambito
della mostra
attualmente in corso: il ritratto è quello di Carlo Francesco Dubbane, nato a Trieste nel 1808. Mamma e papà si erano trasferiti  qualche anno prima, dalla Siria. Ovvero, immigrati.


di Martina Luciani



Era dunque figlio di immigrati, Carlo Francesco Dubbane: il ritratto inedito che un collezionista privato ha imprestato alla mostra di Palazzo Coronini Cronberg "Dalla penna d'oca alla macchina da scrivere. Guglielmo Coronini e la bella scrittura", rivela una coincidenza particolarmente significativa, utile per considerare da un altro punto di vista  - e con rinnovata memoria alla storica attitudine e abitudine interculturale delle nostre terre -  il conflittuale approccio ai flussi di profughi nella realtà locale.
Il comunicato stampa in cui si annuncia la presentazione del dipinto, il 9 settembre, nell'ambito di una serata (su prenotazione) che coinvolgerà Palazzo Coronini Cromberg e la Pinacoteca di Palazzo Attems Petzenteis e che riportiamo sotto, mi ha spinto a cercare informazioni sul bellissimo sito dedicato a Tominz del Museo Revoltella di Trieste.
Dove Dubbane è protagonista di un altro dipinto, datato 1832, di proprietà dei Musei provinciali di Gorizia e intitolato "I fidanzati (promessi)", in cui Carlo Dubbane è ritratto mentre infila l'anello di fidanzamento al dito di Lodovica Matilde Laugier, deliziosa signorina con quello sguardo vivacissimo, seppur temperato dalla tenerezza e dall'emozione del momento, che mi pare sia tipico della femminilità quanto mai dinamica delle donne triestine.
Si legge sul sito che Dubbane, giovane dai tratti medioerientali, era un ricco possidente triestino figlio di genitori trasferitisi dalla Siria nella grande città imperiale sul mare.
Il comunicato stampa:

Si arricchisce di un’opera inedita di Giuseppe Tominz, il “Ritratto di Carlo Francesco Dubbane”, proveniente da una collezione privata goriziana, la mostra “Dalla penna d’oca alla macchina da scrivere. Guglielmo Coronini e la bella scrittura” allestita a Palazzo Coronini Cronberg.
Il dipinto resterà visibile fino al prossimo 4 ottobre, ultimo giorno di apertura della mostra ospitata nella dimora di viale XX Settembre.
La presentazione del dipinto, in cui sono rappresentati anche alcuni interessanti strumenti da scrittura, si svolgerà mercoledì 9 settembre nell’ambito di una serata organizzata in collaborazione tra Palazzo Coronini Cronberg e la Pinacoteca di Palazzo Attems Petzenstein. Alessandro Quinzi, conservatore dei Musei Provinciali e profondo conoscitore di Tominz, insieme a Cristina Bragaglia della Fondazione Coronini, accompagneranno i visitatori in una duplice visita guidata che partirà alle ore 20 da Palazzo Coronini con la mostra sulla scrittura, per proseguire alle 21 circa con il trasferimento a piedi a Palazzo Attems Petzenstein e la mostra “Giovanni Zangrando (1867–1941). L'atelier e gli allievi”. La partecipazione va prenotata, sino ad esaurimento dei posti disponibili, scrivendo all’indirizzo di posta elettronica: info@coronini.it oppure telefonando allo 0481.533485. L’ingresso cumulativo ai due spazi espositivi costa 6 euro.  Al termine della serata sarà offerto un brindisi con i vini di Palazzo Coronini.

2 commenti:

Rosa ha detto...

Siriano eh il Dubbane?
Senz'altro senza i problemi di oggi...

Anonimo ha detto...

La dinastia Debbane è una delle più ricche e potenti, tutt'ora, del Levante.
Mercanti, possidenti, costruttori, diplomatici e all epoca, funzionari imperiali.
Non c'e' citta' libanese, siriana, giordana, fino all' Egitto, dove non ci sia una Rue, Place, Eglise, Palace Debbane.
All epoca del ritratto siamo ovviamente nell Impero Ottomano, ricco e potente come l'Impero Austroungarico.
Cioè i Debbane stanno a Trieste nell 800 come oggi gli egiziani Sawiris (Wind,Italiaonline...) o i qatari Al Thani proprietari di mezza Milano. Anche loro immigrati eh...