martedì 19 maggio 2015

Non passa in Consiglio Comunale la mozione per sospendere o trasferire ad altra data la manifestazione di CasaPound del 23 maggio.

Il Consiglio comunale di Gorizia non approva la mozione del consigliere Emanuele Traini, condivisa da altri 15 consiglieri (da Bianchini a Cingolani,da Tucci ad Abrami, da Vascotto a Korsic, e così via): il sindaco si faccia portavoce verso le autorità competenti (Prefetto e Questore) della necessità di sospendere o quantomeno spostare ad altra data la manifestazione di CasaPound il 23 maggio.
(volutamente omesse in questo resoconto tutte le sigle di appartenenza politica)



di Martina Luciani



Se non siamo in grado di fare un dibattito politico, se l'ideologie si sono mangiate gli ideali, quantomeno si consideri la necessità di tutelare la città e i cittadini in una giornata che si presenta sovrabbondante di stimoli  ( oltre al corteo dei collegiali di CasaPound, la contromanifestazione indetta dall'Osservatorio antifascista regionale, che si porta dietro da tutta la Regione una galassia variamente composta di gruppi e identità politiche), superaffollata di visitatori e manifestanti, probabilmente ingestibile sul piano della logistica e della pacifica dialettica ( nonostante i piani in elaborazione per la sicurezza e l'ordine pubblico).
Il momento clou della vita culturale della città,E'Storia,rischia di essere compromesso forse irrimediabilmente; la percezione comune si adombra di preoccupazioni per la salvaguardia da tutt'altro che fantomatiche derive estremistiche ( in una città, si noti, così emotiva e diffidente che si fa terrorizzare da un centinaio di profughi richiedenti asilo).
Ma questo messaggio il sindaco Romoli non lo presenterà come espressione del Consiglio: nemmeno in nome del principio giuridico che " qualsiasi propaganda a favore della guerra è vietata dalla legge".

Non che il primo cittadino non sia preoccupato e attivato: lui ci ha già parlato, con il rappresentante del Governo e con il Questore, ma loro hanno espresso ferma determinazione nell'ostentare sicurezza sul mantenimento dell'ordine pubblico. Quindi niente mozione, il sindaco non ha poteri magici, ognuno sia personalmente parte nel concretizzare la volontà comune di evitare incidenti di qualsiasi tipo. Messaggio che di primo acchito e nel cuore della notte appare scarsamente operativo e che svilisce le funzioni dell'assemblea: ma a cosa serve, 'sto Consiglio, ha detto il consigliere Bianchini, se non ritiene di esprimere l'esecrazione della guerra e di riconoscere i valori della democrazia e della pace faticosamente cresciuti ( questo lo dico io) nella nostra terra opportunamente dissodata dalle bombe e innaffiata dal sangue di un infinito stuolo di persone/carne da macello?

Poco rileva, per la valutazione politica dell'ampiezza del dibattito, che la mozione di Traini sia stata ritenuta, come ha detto il consigliere Gentile, una "boutade politica" ( alla quale lo stesso Gentile ha contrapposto due emendamenti, cioè chiedere ai ministri degli Affari esteri e della Difesa di dichiarare guerra alla Slovenia per certe affermazioni degli esponenti governativi nostri vicini di casa, e ripristinare il codice penale di guerra, inclusa la pena di morte, in occasione del 23 maggio: l'aula non ha elaborato tanto humor e il gelo ha immobilizzato tutti, ma proprio tutti). Quel che conta, alla fine, è la votazione ( 16 favorevoli e 20 contrari) che ha sancito l'apertura democratica della città alla libera manifestazione del pensiero: che nel caso specifico, ricordiamocelo, è riassunto dallo slogan di CasaPound "Risorgi, combatti, vinci" è lo slogan di CasaPound, integrato insieme dalla finezza intellettuale di "celebrare la guerra" piuttosto che "commemorare", percorsi intellettuali che evidentemente hanno obiettivi completamente diversi.
La consigliera Tucci ha ricordato che il sindaco di Roma ha chiesto ingentissime cauzioni per scoraggiare evoluzioni da guerriglia urbana ad una recentemente manifestazione in odore di estremismi. Se le viole mammole di CasaPound e se manifestazione antifascista si rivelassero un mix esplosivo, "Sindaco, pagherà lei i danni?"
Il consigliere Abrami ha sottolineato " l'indifferenza di questa amministrazione che ha respinto la discussione della mozione per arrivare a ridosso della manifestazione", quando è giustificabile dire che ormai non si può far più nulla per riaffermare la dignità della nostra città: " La festa della salsiccia di certo avrebbe avuto maggior tutela" nelle attenzioni della maggioranza, ha concluso Abrami.
Il futuro prossimo di questa storia sta nel monito del consigliere Tabaj: assumetevi la responsabilità di questo voto! E così sia.

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