martedì 12 maggio 2015

Migrazioni, terrorismo e clima: i cambiamenti climatici guidano i movimenti di popoli e gli estremismi armati

A Cremona un convegno ha nuovamente puntualizzato
una problematica che ci ostiniamo  ad ignorare quando parliamo
di flussi migratori
e di terrorismo. 
L'intervento di Grammenos Mastrojeni, responsabile al Ministero Affari Esteri italiano del rapporto con le Istituzioni internazionali che si occupano del clima e docente universitario di Soluzione dei Conflitti, autore del libro " L'arca di Noè": il cambiamento climatico sta tra i presupposti diretti delle migrazioni di popoli, dei conflitti e del terrorismo.



“Per un Mediterraneo di pace. Migranti tra conflitti e cambiamenti climatici”è il titolo di un convegno svoltosi recentemente a Cremona. In quella circostanza, Grammenos Mastrojeni, autore di " L'arca di Noè. Per salvarci tutti assieme", ha ribadito un concetto di grande importanza per dare lettura corretta al fenomeno migratorio.
La primavera araba è stata preceduta da crescenti tensioni collegate all'aumento del prezzo del pane. Questa situazione, che ha creato 4,6 milioni di nuovi poveri, si è sviluppata a partire da una serie di eventi climatici disatrosi, dalla Russia all'Australia, dalla Cina all'Argentina, che hanno fatto innalzare i prezzi del grano e favorito una gigantesca speculazione.
A ciò si è aggiunto il degrado ambientale del Delta del Niger e la crisi terribile del lago Ciad, ridotto a soli 4 km quadrati dai 25 di 50 anni fa. La crisi dell'ecosistema ha trascinato con sè le economie locali, messe nell'impossibilità di sostenersi con le attività tradizionali. La risposta è stata per un verso l'emigrazione e per l'altro verso il cedere alla lusinga dell'economia illegale. Ugualmente, la situazione di Siria e Iraq è stata preceduta da 4 anni di siccità terribile: nell'impossibilità di vivere del frutto della propria terra, si diventa profughi o si entra nelle file dell'ISI. La nostra responsabilità in questa configurazione che ci vede dalla parte di quelli che partecipano all'inquinamento globale non è eludibile; la necessità di intervenire per correggere il cambiamento climatico e contenerne le conseguenze è una necessità senza più spazi di trattativa.
Qui l'intervista a Grammenos Mastrojeni.

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