venerdì 22 maggio 2015

Le parole di Zygmunt Baumann. Aperta E'Storia 2015, GIOVANI.

La lectio magistralis di Zygmunt Baumann ha aperto E'Storia, edizione 2015, dedicata a "Giovani". Tanti per l'appunto i giovani in sala, tra questi una foltissima delegazione di IV e V classi di Scienze Umane dei Licei Slataper. Molto interessante la promessa di Adriano Ossola, nella inevitabile passerella delle autorità d'apertura, di realizzare una edizione 2016 politicamente più scorretta, tanto per inquietare un po' chi ha ostentato apprezzamento per la scelta di evitare qualsiasi concomitanza tematica con le date storiche tra cui ci stiama accapigliando.

 di Martina Luciani




 Resoconto destrutturato, così rimane la sostanza, senza gli arzigogoli della formattazione logico concettuale di un testo, a mo' di aforismi si legge prima e io non mi piglio altra responsabilità se non quella di trascrivere degli appunti.
 
"Dopo la seconda guerra mondiale avanti era la parola chiave, e sviluppo la linea guida. C'era lavoro per tutti coloro che potevano contribuire a ricostruire una società distrutta ed emaciata. "
"La situazione oggi è instabile e labile. Il sentimento di appartenenza e del non dover contare solo su stessi sta sparendo. I genitori hanno poco da trasferire della loro esprienza ai figli. Incertezza.
Insicurezza.
Impotenza
.
Individualizzazione
(de jure): la società si aspetta risposte individuali ai problemi di carattere sociale, quest'onere si trasferisce dalla collettività all'individuo."
"Paura dell'abbandono. Oggi tutti gli strumenti elettronici sono il surrogato della collettività.

Non si è mai soli con un cellulare in tasca. Da collettività a connettività: siamo solitari sempre in contatto.
Le grandi questioni sono zittite, ma non risolte."
"Sentimento di inadeguatezza. Paura di essere esclusi: le parole ridondante e in esubero sono umilianti, esprimono l'inutilità, l'impossibilità di utilizzare qualcuno per qualcosa. Un tempo si diceva dis-occupato, termine ugualmente spiacevole ma che conteneva insita la possibilità di correggere una situazione, la mancanza di lavoro.
"Decomodificazione: abbiamo offerto lavoro, e per poterlo vendere/averlo abbiamo rinunciato a diritti e accettato limiti; siamo diventati merce di scambio; le giovani generazioni hanno un destino peggiore, quello di essere rifiutati anche come merce di scambio."
"Esiste ormai un nuovo tipo di morfologia sociale. Facebook è un dono degli dei a quelli che si sentivano soli. La connettività ha mutato la collettività, questa è diventata rete, qualcosa per cui nutriamo solo un vago sentimento di appartenenza, perchè è creata da chi con un clic si connette e un altro clic si disconnette."
" Internettizzazione: accesso ad una arena pubblica dove possiamo immettere enormi quantità di informazioni aperte. Magari qualcuno si accorge di noi, e avremo l'illusione di aver lasciato un segno. Internet ci rende la vita più facile; la vita reale off line è molto più difficile, non puoi far sparire le persone, creare legami e distruggerli in un attimo. Abbiamo creduto che Internet fosse il fondamento per l'unificazione tecnica dell'umanità.
In realtà possiamo solo ritagliarci una comfort zone, dove incontrare solo chi ci garba escludendo gli altri, fuori dalla partecipazione ad un piano reale: abbiamo perso la capacità di dialogare. Questo è un pericolo non solo per il singolo ma per l'intera società che è sempre più diversificata e complessa, nella quale le grandi metropoli sono collezioni di diaspore con diverse divinità, chiese, templi e memorie storiche, dentro la quale dobbiamo essere capaci e pronti al dialogo."
"Dentro internet invece siamo immunizzati dalla pressione della realtà, creiamo comunità recintate: altro che panopticon ( ipotesi architettonico - carceraria per costruire un edificio in cui un unico guardiano controlla molti prigionieri) , siamo arrivati al ban - opticon, un sistema di sorveglianza per tenere gli altri fuori dal nostro sistema.
Bauman  dubita che ci sia una qualche conclusione,  sarebbero tutte temporanee e superate dal cambiamento delle situazioni.Quindi, almeno stavolta, si astiene.
Ci lascia di certo dolorosamente più lucidi e gravemente preoccupati su infinite questioni: che non fa mai male, in questi tempi in cui l'oppio della chiacchera inutile ci intorpidisce la mente su ogni argomento.

Solo alcuni consigli (sommessamenti infilati nel discorso ma, se praticati, assolutamente rivoluzionari), durante questa lectio magistralis: ai genitori, la comunicazione tra generazioni è sempre più difficile, ma è necessaria ( Bauman non ci ha  però offerto spunti, su come fare, che già prenderne atto e cominciare a ragionarci su probabilmente per stasera ci basta); chi ci vende gadget di ogni tipo ha imparato la lezione della pubblicità del primo walkman, " mai più da soli" ( quindi vediamo di non continuare a cascarci); opponiamoci all'essere considerati merce di scambio, da buttare quando non serve o non piace più; i giovani devono ricreare una societàsalvare un tipo di vita che avrebbero dovuto ereditare dalla generazione precedente ( ma non è andata così).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi è piaciuto moltissimo lo stile 'appunti studenteschi'.
Chiari e leggibili. Complimenti.