domenica 3 maggio 2015

Gorizia è tua: ecco i perchè del no alla centrale a biomasse in città.


Si legge, tra l'altro, nella nota firmata dai consiglieri comunali della lista civica Gorizia è tua, Michele Bressan, Michele Arcangelo Prignano, Rosy Tucci e dal suo vice presidente Dalla Francesca: " Non ci rassicurano, soprattutto, le garanzie in merito  ai limitati impatti  sulla salute e sulla sicurezza degli abitanti, in quanto , sebbene limitate, si tratta di significative emissioni (fumi, odori, ceneri e polveri), non essendo escluso l’uso di materiali legnosi di origine resinosa, biocombustione di mais non idoneo all' alimentazione di uomini o animali, olii vari , o addirittura rifiuti urbani…". 


Il comunicato. 

" All'interno del dibattito ancora aperto sulla centrale a biomasse, anche la lista civica “Gorizia è tua” ribadisce e motiva la propria posizione negativa, in linea con il voto espresso   dal consiglio comunale di Gorizia.
Il voto espresso dai consiglieri della lista è stato frutto di un lungo periodo di discernimento, studio e confronto con persone con competenze nel campo,  di un incontro  da parte della commissione consigliare competente con l’imprenditore, durante il quale  e' stato visitato il sito dove doveva sorgere la centrale e, soprattutto, nasce dall’ascolto della voce dei cittadini.

Pur condividendo  la considerazione specifica sulla presenza  di quasi 15.000 disoccupati della nostra provincia , che, come sottolineato da Confindustria, potrebbero essere riassorbiti solo dal settore industriale, ci siamo posti degli specifici quesiti in modo da esprimerci con cognizione di causa.
Abbiamo chiesto, a suo tempo, allo stesso imprenditore se la proposta di inserire in un contesto fortemente urbanizzato una centrale a biomassa abbia delle controindicazioni specifiche e significative per gli abitanti  e per la comunità e per i valori immobiliari contermini.
 A fronte di una serie di aspetti positivi, quali la possibilità di utilizzare il trasporto su rotaia a basso impatto ambientale, l’uso di biomasse forestali autoctone o semi autoctone, con modesta potenza di generazione che non preannuncia specifiche significative emissioni di fumi mefitici, non risultano chiari la tipologia di biomasse utilizzabili e il processo produttivo.
Non ci rassicurano, soprattutto, le garanzie in merito  ai limitati impatti  sulla salute e sulla sicurezza degli abitanti, in quanto , sebbene limitate, si tratta di significative emissioni (fumi, odori, ceneri e polveri), non essendo escluso l’uso di materiali legnosi di origine resinosa, biocombustione di mais non idoneo all' alimentazione di uomini o animali, olii vari , o addirittura rifiuti urbani…
Quanto  agli ipotizzati vantaggi occupazionali ed economici per la comunità, sembra che il sistema avrebbe avuto un elevato e significativo grado di automazione e, quindi, l’impatto sarebbe stato significativo solo nella fase di costruzione per poi diventare evanescente in fase di regime (meno di 10 addetti). Vantaggi economici per la comunità nulli, se non per quanto attiene alle imposte e, a parte una generica assicurazione che vi sarebbe stata una disponibilità a mettere a disposizione il calore residuo di impianto per il teleriscaldamento del quartiere. Il che non implica che sarebbe stato gratis per i vicinanti che avrebbero subito la presenza dell’impianto, né che avrebbe provveduto alla rete di teleriscaldamento per i condomini vicini o che sarebbe stato  “donato “ alla comunità, ad esempio connettendosi al riscaldamento della vicina piscina comunale.

In sintesi quindi vantaggi economici per l'imprenditore e vantaggi limitati per la comunità : imposte e ridotto impiego occupazionale.

Per essere sicuri di non cassare un progetto che comunque, con i suoi limiti, poteva offrire una minima opportunità, abbiamo suggerito di aggiornare il processo agli ultimi standard tecnologici (distillazione delle sostanze legnose con annullamento delle emissioni di fumi, polveri e ceneri e produzione di biogas invece dell’incenerimento diretto), di garantire una stima di fornitura di acqua di processo, ad uso riscaldamento e sanitaria dato che, per garantire le specificità di processo occorre acqua e che essa deve essere raffreddata, a prezzo simbolico, (per la comunità limitrofa da utilizzare per un congruo periodo di tempo (8-10 anni), in cambio della concessione ed allo scopo di spegnere altrettante caldaie a gas o gasolio (rendendo i costi di riscaldamento e acqua sanitaria limitati o nulli per tutte le proprietà immobiliari connesse), incrementando il valore di tali immobili e riducendo le emissioni.

Purtroppo tutte e due le volte, l’imprenditore, il giorno del consiglio comunale, si è limitato ad inviare una generica lettera d’intenti, senza elaborare  un proposta concreta di progetto di teleriscaldamento."


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