venerdì 20 febbraio 2015

I barbari e l'arte



La fontana di Pietro Bernini (padre) e Gianlorenzo (figlio), che divide Piazza di Spagna, proprio ai piedi della Scalinata di Trinità dei Monti, in due ali di farfalla, è da sempre punto di riferimento per ogni viaggio o breve vacanza a Roma.


di Nevio Polli

Questa originale, ingegnosa e bellissima fontana si trova in uno dei luoghi simbolo-cartolina di Roma, una delle piazze più famose e più belle del mondo, sintesi di ciò che è ed è stata Roma, riassunto della sua storia, arte, bellezza e devastazione.
Ancora una volta i barbari hanno violato e umiliato la città più bella del mondo (Venezia, l’ho detto più volte, è fuori classifica). Certo, andando indietro nel tempo, si dovrebbe dire che la città a queste devastazioni c’è abituata ormai da millenni, e l’elenco di tutte quelle genti che, per qualche oscuro divino disegno non sono state toccate dalle scintille di Prometeo, è interminabile: dagli enormi guerrieri elmocornuti provenienti dalle foreste germaniche a quelli ancora più brutti e feroci delle steppe dell’est, ai vari principi e sottoprincipi neri, alle varie ditte “Papi Barberini & nipoti” specializzate in demolizioni & arraffature, alle truppe di Carlo V alle quali l’Isis si ispira, ai Francesi che, portatori di Libertè, Egalitè e Fraternitè a cannonate hanno demolito Gianicolo e dintorni, schiacciato la Repubblica e rimesso sul trono il  democratico PapaRe che, affascinato dalla novità ed efficienza, ha subito importato dai liberatori la ghigliottina, per poi continuare con i vaneggiamenti demenziali del Ventennio che per esaltare la grandezza dell’Urbe aveva pensato bene di demolirla, al traffico selvaggio dei selvaggi di oggi, all’orrore estetico dei palazzi dei palazzinari, all’orrore morale dei troppi politicanti con codazzo di servi e sottoservi vari…  e si potrebbe continuare ancora e ancora, fino a ieri. Altro orrore: tra tante barbarie a Roma mancavano soltanto gli orribili e odiosi ubriaconi olandesi, poveri bulli dementi contro i quali, le nostre pur ottime forze dell’ordine (1300 circa le guardie, 400 i ladri) nulla hanno potuto. L’Italia ha chiesto in questi giorni il comando delle possibili operazioni militari internazionali in Libia: l’Isis in festa!

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