lunedì 12 gennaio 2015

La prima accoglienza dei richiedenti asilo, questa sconosciuta. Incontro organizzato dal PD: grazie, interessante, ma siamo al punto di prima

foto di Nevio Costanzo

Oltre ad aver sentito dal sindaco di San Canzian d'Isonzo, Silvia Caruso, come si attua con semplicità, senza pesare sulla comunità e senza tante storie un bel progetto di accoglienza diffusa per i richiedenti asilo, i cittadini invitati all'incontro organizzato stasera, in Comune, dal PD di Gorizia sulla questione dei richiedenti asilo non hanno scoperto come si fa, immediatamente, a garantire il minimo di dignità ed accoglienza ai profughi giunti sul territorio e privi, a causa dei meccanismi contorti della burocrazia, di un rapporto strutturato con le istituzioni. Come si evita l'emergenza umanitaria? Come si fa la prima accoglienza? Quella cosa senza la quale i profughi bivaccano, non possono lavarsi e vengono assistiti solo dalla Caritas diocesana e dai volontari.


di Martina Luciani

Per fortuna il siparietto esilarante e surreale del segretario della locale Fiamma Tricolore ha alleggerito un incontro che non ha detto nulla di nuovo, se non che, numeri alla mano, la situazione richiede attenzione ma non è gravissima. Alla Regione è stato chiesto di  farsi carico di attuare un piano che distribuisca equamente i richiedenti asilo in tutte le province; tutti d'accordo sul fatto che l'accoglienza diffusa è l'unica alternativa alle grandi e fallimentari concentrazioni di profughi; il Ministero degli interni più di così non può fare, sollecitiamo Difesa e Demanio per far saltar fuori strutture idonee all'accoglienza; tra il pubblico l'accorato grido "lo Stato siamo noi"( tranne quando evadiamo le tasse, allora siamo altro e chissenefrega dei concittadini bisognosi e dei disoccupati).
Precisa e illuminante la relazione di Gianfranco Schiavone, ICS - Ufficio rifugiati di Trieste ( chissà che finalmente stavolta l'abbiano capito tutti, sindaco di Gorizia compreso, perchè ci arrivano i richiedenti asilo da altri paesi UE, e noi non li respingiamo immediatamente...perchè le nostre norme lo consentono!). Schiavone ha dichiarato: " I toni allarmisti e orientati ad aumentare la tensione sono fuori luogo". Fermo restando che le norme esistenti in Italia esprimono una scarsissima vocazione all'asilo e che l'attuale brusca accelerazione delle richieste , e relative difficoltà, sono  il prodotto dall'inerzia che per troppo tempo ha contraddistinto il nostro paese in materia di accoglienza.
Il prefetto Vittorio Zappalorto ha ammesso quanto temevamo: per realizzare l'accoglienza diffusa ci vuole tempo. Per quel che riguarda le critiche all'affidamento in gestione del Nazareno, ha chiarito ancora una volta che i prefetti sono autorizzati in situazioni di emergenza ad affidare tale tipo di gestione senza bando. Il nuovo bando è "quasi" pronto. Vedremo. Ha però assicurato, a proposito del Cara, che per i dipendenti della Connecting People verrà applicata la clausola di solidarietà così da farli transitare nel nuovo appalto di gestione. L'ampliamento emergenziale del Cara rientrerà a giorni. Vedremo anche questo.
Curiosa la richiesta del presidente della Provincia Enrico Gherghetta, che suggerisce una specie di Intelligence per selezionare velocemente i profughi truffaldini e terroristi; e ribadisce, giustamente, l'assurdità di un meccanismo che impiega anche oltre un anno per completare la richiesta di asilo e arrivare alla pronuncia della Commissione. L'assessore regionale Gianni Torrenti si barcamena tra energiche pressioni che gli giungono da ogni livello istituzionale, il sindaco di Gorizia cerca consensi e non soluzioni, ponendosi domande davvero poco aggiornate ( perchè non li respingiamo?) ma degne di calorosi applausi, il suo assessore Silvana Romano non ha il dono della matematica nella conta di chi c'è e da quando c'è. Basta. Il resto leggetelo sui giornali. Comunque, alla domanda "che ne facciamo dei tre nuovi richiedenti asilo giunti stasera a Gorizia", ripetuta due volte, dall'assessore provinciale Ilaria Cecot e da Alessandro Duca in rappresentanza dei volontari che hanno seguito ( e seguiranno ahimè ancora) l'emergenza è seguito un educato silenzio, gli sguardi si sono fatti vacui, i cervelli erano evidentemente scollegati. Ci riproviamo domani. Che magari i tre profughi di oggi sono troppo pochi per occuparsi di loro e indignarsi per violazione dei diritti umani e delle norme vigenti se dormono all'addiaccio, si beccano una polmonite e per di più non sanno dove fare pipì.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Ancora nessuna risposta da uno qualunque dei 25 comuni della Provincia.? Quanti ra sono a Romans, Comune di origine di Cecot?
Possibile che sta donna non sia riuscita a organizzare nemmeno una stanza con bagno nel suo paese?
Intanto, ho letto stamane che più di una decina di bambini sono morti di freddo, ieri, a causa di una tempesta di neve in Siria.