sabato 20 dicembre 2014

Profughi. Stefano Cosma in consiglio provinciale: basta lamentarsi, facciamo qualcosa di concreto.




"L'ordinanza anti-bivacco del Comune di Gorizia a nulla serve se non affiancata da una convenzione per sistemare i migranti da qualche parte; da un accordo con l'Ass per le visite mediche; e da un protocollo per impiegare i "profughi", come fatto a Nimis e come potremmo imitare attraverso la nuova " Rete provinciale in materia di immigrazione". La nota del capogruppo di Futuro e libertà in Consiglio provinciale Stefano Cosma.



In considerazione della recente realizzazione della “Rete provinciale in materia di immigrazione”, nata dal “Protocollo d’intesa” sottoscritto da molti Comuni dell’Isontino, il consigliere Stefano Cosma con un'interpellanza ha fatto lunedì una proposta concreta al Presidente e all’Assessore al welfare, da sottoporre al Gruppo di lavoro. Una proposta che metta soprattutto fine alle continue proteste e critiche che da mesi attua il Comune capoluogo di Gorizia. Cosma ha portato a conoscenza di tutti che lo scorso 11 dicembre 2014 il piccolo Comune di Nimis (Ud) - per primo in Italia - ha sottoscritto con la Regione, la Prefettura di Udine e la “Caritas” friulana un protocollo d'intesa per impiegare, in qualità di volontari, i richiedenti asilo nelle piccole manutenzioni: dal giardinaggio alle pulizie di strade e piazze. "Il documento - scrive Cosma - risponde alle direttive del Ministero dell'Interno e permette di valorizzare esperienze ed azioni di partecipazione volontaria per rafforzare la socializzazione.
La copertura assicurativa è garantita dalla Regione. Un analogo protocollo a livello locale isontino può prevedere, come fatto nella cittadina friulana, anche uno scambio culturale, con l'insegnamento dell'italiano e lezioni sulle nostre tradizioni ai rifugiati, ma anche un'occasione per noi di conoscere la storia dei Paesi da cui provengono. La Provincia, con lo sportello Sprar, può dare sicuramente un concreto aiuto. E' il momento di realizzare un progetto, non più di lamentarsi."
Stefano Cosma,inoltre, attraverso la sua pagina FB, lancia un hastag: Lancio un hashtag: #romoliNIMBY
Con NIMBY (acronimo inglese per Not In My Back Yard, lett. "Non nel mio cortile") si indica l'atteggiamento che consiste nel riconoscere come necessari, o comunque possibili, gli oggetti del contendere ma, contemporaneamente, nel non volerli nel proprio territorio a causa delle eventuali controindicazioni sull'ambiente locale....

1 commento:

Anonimo ha detto...

La priorità è quella della prima accoglienza, che è sempre temporanea.

Una volta ottenuto il titolo di protezione umanitaria internazionale (anch esso temporaneo) e raramente quello di rifugiato, i ragazzi in genere lasciano il territorio di prima accoglienza.
sono infatti pochissimi i rifugiati riconosciuti negli anni e residenti a Gorizia.
La maggiorparte d loro hanno familiari e amici residenti in altre città se non in altri paesi d'Europa.
La prima accoglienza è la più difficile ma il territorio in passato, soprattutto con la guerra di ex Yugoslavia, ha asorbito flussi di profughi ben maggiori. I turchi non chiedono più asilo.
La maggiorparte consiste comunque di migranti economici, perchè si tratta di uomini singoli e giovani.
Raramente le vittime di persecuzioni riescono a fuggire, le recenti stragi di Pakistan (centinaia di bambini uccisi uno per uno a scuola) Iraq, (centinaia di donne uccise per aver rifiutato matrimoni forzati ai violenti dell Isil), Yemen, le bimbe sterminate vicino a scuola.
Purtroppo, non riusciamo mai ad aiutare queste persone.