giovedì 12 giugno 2014

Gli Stati membri dell'UE liberi di decidere se seminare o no OGM.


Documento sottoscritto dai ministri dell'ambiente dell'UE.  Ma nel principio politico si celano parecchie ombre e staremo a vedere  come il Parlamento europeo gli darà stabilità, coerenza  e concreta operatività. 


di Martina Luciani


 Oggi, a Lussemburgo, i ministri dell'ambiente europei hanno stabilito il principio politico che gli Stati membri sono liberi di permettere o vietare nel proprio territorio la coltivazione di OGM. Il Parlamento, sotto la presidenza italiana la cui fede OGM dovrebbe ormai essere universalmente conclamata, dovrà ora tradurre questo documento in linguaggio giuridico e regolamentare. E rendere nella pratica possibile che un Paese vieti le semine transgeniche per motivi che non sono solo ambientali o sanitari; ma anche ad esempio per ragioni attinenti alle proprie specifiche politiche agricole o per i propri obiettivi di pianificazione territoriale.
Poteva andare meglio, nel senso che si poteva esprimere, seppur in politichese, il concetto che gli OGM sono un colossale tranello delle multinazionali. E soprattutto si poteva prendere in considerazione il rischio di veder scaricata sulle singole nazioni contrarie agli OGM l'eccezionale onda d'urto che le multinazionali sono in grado di esprimere per ottenere quello che vogliono: il business.   Ma poteva anche andare peggio, quindi consideriamo  il compromesso come un punto di partenza e confidiamo che i neo eletti parlamentari abbiano convinzioni e competenze adeguate per fare il miglior lavoro possibile sulla base di queste premesse.
Il recente risultato infatti,  per quel che riguarda il nostro Paese, avalla gli sforzi fatti finora per impedire le semine di OGM; e rafforza la posizione della  nostra Regione, che attende dall'Europa il via libera alla propria legge contro gli OGM nelle campagne friulane e che nel frattempo ha giocato la carta della moratoria nella ansiogena partita con la Monsanto per il tramite del paladino Giorgio Fidenato e dei suoi sodali( certamente delusi, proprio oggi, dal Consiglio di Stato che ha rigettato l'istanza di sospensiva della sentenza del Tar del Lazio grazie alla quale due mesi fa è stato bloccato l'ennesimo assalto al divieto di coltivazioni transgeniche).
La strada che si snoda davanti a noi non è tuttavia sgombra da intralci. Innanzitutto perché la futura direttiva che darà concretezza all'accordo odierno esprimerà regole sulla coltivazione ma non influirà sulla
libertà di circolazione di prodotti e alimenti Ogm autorizzati nell'Ue. E nemmeno potrà interferire con i procedimenti di autorizzazione in sede europea di sementi OGM e con i pareri scientifici dell' Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare ( che, degli OGM, ci dice  non dobbiamo aver paura...)
Per dettagli ulteriori, in particolare quelli attinenti alla revisione dei meccanismi di valutazione del rischio ambientale e sanitario, rimandiamo alle considerazioni del presidente  di Legambiente su greenreport.it.; ma anche alle  preoccupazioni, tra le tante,  di Greenpeace e di Slow Food.

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