mercoledì 18 giugno 2014

A Mossa si fanno degustazioni di vini in un immobile di proprietà dell'Asl destinato ai malati psichiatrici



di Marilisa Bombi

In provincia di Gorizia, secondo l’Asl, è possibile utilizzare una struttura a destinazione pubblica, e presumibilmente realizzata con fondi regionali, per meri fini economici.
Ed in spregio alla memoria di chi ha fortemente creduto nella possibilità di ridare opportunità lavorative a coloro i quali ricevono cure e assistenza dal Dipartimento di salute mentale che gerarchicamente dipende dalla medesima direzione dalla quale dipende il SERT che si occupa di contrastare l’alcolismo.
Perché nell’immobile a destinazione d’uso B1 e, quindi, per uso pubblico, a Mossa, nell’area denominata “oasi del Preval, Max Krammar” si offrono degustazioni di vini oltre a pranzi e cene e l’organizzazione di eventi fino a tarda notte. Con buona pace di chi ritiene che i cavalli ospitati nell’adiacente maneggio, possano trarre il medesimo beneficio dalla musica di chi è abituato a tirar tardi dove birra e vino scorrono a fiumi. Ma tant’è.

Là  dove doveva nascere un progetto di inserimento lavorativo di soggetti seguiti dal CSM (e pare che ciò non avvenga da tempo e se mai c’è stato le cosiddette borse lavoro si potrebbero contare sulle dita di una mano) si mangia, si beve e si fa festa, con il beneplacito dell’Azienda per i servizi sanitari. Che, ad una richiesta di informazioni a proposito della legittimità di ciò che avviene nel territorio del Comune di Mossa, ha burocraticamente citato leggi, articoli e commi per comunicare che nessun chiarimento è dovuto a chi non ha titolo per ottenerlo. Ed ha concluso  la nota precisando che l’area complessiva è stata affidata, “nell’ambito dell’appalto di servizio avente ad oggetto la riabilitazione delle persone con disturbo mentale, al Consorzio di cooperative sociali “Il Mosaico” che, in virtù della sua natura consortile, ha facoltà di utilizzare le proprie consorziate per la gestione delle attività di cui è titolare”.
Letta la richiesta che è stata inoltrata alla Direzione dell’Asl e letta la risposta della Direzione in questione, c’è qualcun altro, oltre all’autrice di queste brevi note che esprime perplessità e sbigottimento per una vicenda che ha dell’incredibile?
Forse il Comune di Mossa che dovrebbe aver autorizzato l’attività di somministrazione che vi si svolge e l’attività di trattenimento, ma sempre tenendo in considerazione il fine sanitario dell’iniziativa? O forse coloro i quali conservano la memoria storica dell’esperienza del Preval? Forse la Corte dei Conti relativamente ad una struttura utilizzata per fini diversi rispetto quelli per i quali, probabilmente, il contributo regionale era stato concesso?

Questo il testo della richiesta di informazioni inviata alla Direzione dell'Asl:
Nei giorni scorsi è avvenuta a Gorizia la presentazione del libro di Alberta Basaglia, “la nuvola di Picasso”. Tale occasione ha difatto riportato in primo piano, all’attenzione della città, la straordinaria rivoluzione compiuta dal padre dell’autrice, Franco, nella modalità di trattamento dei malati psichiatrici negli anni 70.Direttamente collegate a tale esperienza goriziana del padre della riforma psichiatrica sono le iniziative realizzate nel territorio della nostra provincia, la prima delle quali è stato il complesso del Preval, giustamente dedicato a colui il quale aveva dedicato all’opera la propria missione. Nata nel 1991, infatti, dal desiderio di portare avanti concretamente questa esperienza innovativa è stato l’avvio ed il successivo recupero di un edificio fatiscente e la realizzazione, quindi, “dell’Oasi del Preval Max Krammar” la cui completa ristrutturazione risale agli anni 2000.Tale complesso, com’è noto, consiste oggi in un maneggio nel quale sono inseriti soggetti in cura presso il CSM, ed anche un edificio proposto e (venduto) come “Mora del gelso”. Il sito internet della struttura denominata: “Locanda Mora del Gelso” riporta tra i collegamenti utili, il Consorzio il Mosaico e l’Azienda per i Servizi sanitari.Allo stato attuale, seppur presentato come struttura destinata al soggiorno turistico http://www.moradelgelso.it/ è frequentemente utilizzato per eventi, quali concerti e spettacoli in genere, organizzati da un’impresa commerciale, così come risulterebbe dal materiale pubblicitario di volta in volta utilizzare per promuovere gli eventi.  Tale utilizzo dell’immobile (attività ricettiva e commerciale) è, a giudizio degli scriventi, incompatibile con la destinazione d’uso in quanto la struttura è classificata B1, ovvero immobile che per sua natura deve avere un uso pubblico e, in quanto tale, incompatibile con una gestione privata il cui unico scopo è la produzione di reddito.
Si chiede a Codesta Direzione se:
1)  La gestione è stata affidata ad una coopertiva sociale o ad un imprenditore privato;
2)  Nel caso in cui ci si trovi nella prima ipotesi, se il Consorzio sociale ha concesso in sublocazione l’utilizzo di tutto o parte della struttura, per fini meramente commerciali;
3) Quale tipo di rapporto economico è stato instaurato tra l’Azienda ed il Consorzio il Mosaico per la gestione dell’edificio “La mora del gelso”
Ciò premesso, si chiede di conoscere quali iniziative Codesta Direzione intende adottare nell’ipotesi in cui nella gestione della struttura in questione siano coinvolti soggetti commerciali diversi dal Consorzio sociale Il Mosaico.

Questa la risposta del Direttore Cortiula


1 commento:

Anonimo ha detto...

c’è qualcun altro, oltre all’autrice di queste brevi note che esprime perplessità e sbigottimento per una vicenda che ha dell’incredibile?
sì, anch'io sono e resto perplessa, nonostante la risposta del Direttore Generale della ASS.
Marzia Pauluzzi